Romero, il regalo di Natale del Varese: “Possiamo vincerle tutte”
L'attaccante è arrivato a ridosso del 25 dicembre e ha impattato con 4 gol nel primo mese. "Siamo stati quasi perfetti ma sappiamo che non dipende solo da noi. L'unica cosa che non deve succedere è avere un rimpianto, quello sarebbe imperdonabile"

L’inizio del 2025 del Varese è stato davvero buono: su 7 gare giocate i biancorossi hanno conquistato 6 vittorie e un pareggio, consolidando il secondo posto in classifica e tenendo vive le speranze per riuscire a raggiungere il Bra. Grande protagonista di questo inizio del nuovo anno è stato Niccolò Romero, che ha contribuito alla causa con 4 gol, compreso quello che a Fossano ha portato tre punti sudati ma importanti (leggi qui), e tante prestazioni di sostanza.
L’attaccante classe 1992 è arrivato a Varese – possiamo dirlo – sotto l’albero di Natale. La trattativa è stata portata a termine dal direttore sportivo Antonio Montanaro proprio nei giorni a ridosso del 25 dicembre. Prima l’impatto con l’amichevole contro la Solbiatese, nella quale si è messo subito in mostra, poi l’esordio con la Vogherese alla quale è seguita una serie di prestazioni convincenti. La grande fisicità – forte dei 2 metri di altezza – ha permesso alla squadra di appoggiarsi a lui nei momenti di difficoltà, fiducia ripagata con impegno e tante giocate generose. Emblematica la prestazione contro l’Oltrepò, con due assist e un gol per mettere i cascina i tre punti (la pagella di quella gara).
Romero, abbiamo scherzato sul regalo di Natale, ma la trattativa come è andata?
È stata abbastanza veloce, ci siamo sentiti una settimana prima e abbiamo trovato subito l’accordo. Il direttore sportivo mi ha spiegato le intenzioni del Varese di cercare una punta di peso che potesse dare una mano contro squadre più arroccate e così abbiamo trovato l’intesa.
Come è stato il primo impatto con la squadra, la piazza e anche la città?
Per il numero di partite che abbiamo giocato in questo periodo non sembra passato un mese ma molto di più. L’adattamento è stato veloce, non poteva che essere diversamente, dovevo farmi trovare pronto. Dopo tanti trasferimenti, soprattutto a gennaio, mi sono abituato. Tutto quello che il direttore mi ha accennato l’ho ritrovato, dalla struttura di allenamento all’aspetto tecnico e tattico. Nei primi giorni a Varese ho camminato un po’ trovando una bella città, a misura d’uomo e curata. Come piazza ho visto subito che è sentita e penso possa solo migliorare, anche come affluenza allo stadio.
Lei è nato in provincia di Cuneo ma possiamo definirla un “giramondo” e ha conosciuto realtà importanti. Quale secondo lei assomiglia a Varese?
Un punto di forza di questa società sono i piani reali e concreti. Ho letto dell’intenzione di dare una casa alla società con il centro sportivo delle Bustecche e ho avuto modo di avere le conferme dal vivo. Sono quegli aspetti organizzativi che fanno bene e sono fondamentali per crescere, come ho avuto modo di vedere alla Feralpi e al Sudtirol. Loro sono arrivati lontano, ci auguriamo che quest’anno anche per noi sia un anno di crescita. Sono ragionamenti fatti non con il “dio denaro” ma con pianificazione, per ottenere risultati tangibili nel tempo.

Mister Roberto Floris ha speso parole importanti per lei, dal punto di vista tecnico ma anche caratteriale.
Quando non si ha avuto la fortuna di avere dote teniche per arrivare a livello altissimi, l’unico modo per proseguire in queste categorie è lavorare. A questa età iniziano i dolori e solo impegnandosi in palestra aiuta ad avere la massima condizione. Tutto questo per ora mi piace, anzi, ne ho un ritorno positivo a livello anche personale.
Dopo un’intera carriera in Serie C, l’anno scorso da Campobasso è ripartito dalla D. Quali sono le differenze che ha notato tra le categorie?
Da un punto di vista tecnico-tattico non vedo tanta distanza, però devo dire che ho avuto la fortuna di vivere piazze di alto livello in Serie D, come Campobasso, Chievo e adesso Varese, club pronti per fare un salto in avanti. Ora però quel balzo bisogna farlo.
Come vede il Varese? Quali sono i punti di forza e quali gli aspetti che secondo lei deve ancora migliorare?
Penso che in Serie D avere giovani forti significa partire da un grande vantaggio e qui sono tutti molto professionali e capaci. Anche Marangon, che arriva dalla juniores, si sta dimostrando un giocatore affidabile che gioca bene. È una bella squadra, allenata bene e che deve mantenere questa fame a livello mentale. Da una parte però è facile: possiamo pensare solo a vincere tutte le partite e sappiamo che ne siamo capaci; per quanto possa essere logorante è comunque uno stimolo.
“Crederci fino alla fine” è il motto della squadra in questo periodo. Cosa serve perché si realizzi la rimonta sul Bra?
Noi il nostro lo stiamo facendo, purtroppo ora il destino è nelle mani di altri. Ho vissuto campionati strani, quando sei davanti non è sempre facile e speriamo quindi che capitino dei passi falsi. L’unica cosa che non deve succedere è avere un rimpianto, quello sarebbe imperdonabile. Noi siamo quasi perfetti, non stiamo parlando di un’utopia: crediamo davvero di poterle vincere tutte.
Laureato in scienze motorie, direttore sportivo abilitato. È stato difficile abbinare gli studi alla vita da calciatore?
Sia i genitori, sia le persone che mi sono state vicino in questi anni, mi hanno educato pensando ai piani di vita futuri. Quello che ho studiato sono cose che mi piacciono e che mi potranno portare qualcosa nei prossimi anni. Da calciatori abbiamo mattine intere libere, ora ci sono anche le università online, quindi abbiamo tutti i mezzi per portare avanti più strade, che sono sempre utili. Il mio consiglio è tenere aperte quante più possibilità possibili. Quando smetterò, un giorno, mi piacerebbe intraprendere la strada di direttore sportivo.
Prima però ci sarà da pensare a questa stagione, giocando al meglio gara dopo gara, iniziando da domenica prossima (9 febbraio) quando al “Franco Ossola” arriverà il Borgaro guidato dall’ex Ezio Rossi. Il Varese può farcela, e speriamo che quello che per i tifosi è stato un regalo di Natale possa portare doni anche in primavera.
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