Tassa sulla salute e ristorni, da Varese l’urlo di frontalieri e territori di confine: “Non siamo il bancomat di Stato e Regione”

Al Cinema Teatro Nuovo, si è svolta l'assemblea pubblica internazionale dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera, convocata dalle organizzazioni sindacali italiane e svizzere

Assemblea frontalieri varese

La tassa sulla salute e le modifiche introdotte “con manine notturne” nelle leggi di bilancio per i rappresentanti dei lavoratori frontalieri costituiscono tutte la stessa faccia della stessa medaglia: un tentativo scorretto di smantellare il faticoso accordo fiscale appena raggiunto tra Italia e Svizzera, sia sulle parti che riguardano i diritti dei lavoratori, come con la tassa sulla salute, che quelli che riguardano i ristorni ai territori di confine. In poche parole: un tentativo di usare il frontalierato come bancomat attraverso decisioni calate dall’alto e lontane dal percorso condiviso con il quale si era arrivati a mettere un punto pochissimi anni fa su tutta la regolamentazione fiscale.

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Frontalieri in assemblea a Varese 4 di 13

È questa, in sintesi, la posizione che emerge con forza a Varese dove oggi, presso il Cinema Teatro Nuovo, si è svolta l’assemblea pubblica internazionale dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera, convocata dalle organizzazioni sindacali italiane e svizzere.

L’incontro ha avuto come obiettivo principale il contrasto alla nuova tassa sulla salute, introdotta nella finanziaria 2024, che secondo i sindacati penalizza i frontalieri e violerebbe le normative internazionali, ma anche l’opposizione al tentativo di smantellare gli accordi fiscali ai quali si è giunti in anni di confronto condiviso.

Presenti tutte le delegazioni sindacali che si occupano di frontalierato, CGIL, CISL e UIL, ma anche i rappersentanti dei territori di confine, a partire dal presidente dell’associazione die comuni di frontiera Massimo Marino o il sindaco di Varese Davide Galimberti, ma anche i rappresentanti politici che si erano occupati di seguire il percorso di confronto che portò all’0ultimo raccordo fiscale: il senatore Alessandro Alfieri, ma anche il consigliere regionale Samuele Astuti, la deputata Iv Maria Chiara Gadda e Giorgio Zaupa, Segretario Provinciale di Varese nel Partito Popolare del Nord oltre a rappresentanti dei territori di confine del VCO e Sondrio.

Assemblea frontalieri varese

La tassa, applicata ai lavoratori cosiddetti “vecchi” frontalieri, è stata fortemente criticata dalle organizzazioni sindacali che ritengono questa misura illegittima e ingiusta. I sindacati contestano la decisione di imporre una doppia tassazione su chi già contribuisce al sistema fiscale svizzero e denunciano il rischio di una violazione del trattato internazionale tra Italia e Svizzera, nonché dell’articolo 32 della Costituzione italiana, che garantisce l’universalità dei trattamenti sanitari essenziali.

Inoltre, i rappresentanti dei lavoratori hanno sollevato preoccupazioni riguardo alle difficoltà pratiche nell’applicazione della legge 83/23, che dovrebbe migliorare le condizioni dei frontalieri, ma che risulta ancora incompleta, in particolare per quanto riguarda il miglioramento della disoccupazione (Naspi) e l’uso dei ristorni e del fondo perequativo.

Il presidente dei comuni di confine Mastromarino e il punto della situazione

Le organizzazioni sindacali italiane e svizzere chiedono l’intervento delle istituzioni per fermare questa tassa e garantire una completa attuazione della legge, esprimendo la disponibilità a ricorrere alla giustizia per difendere i diritti dei frontalieri. In questo contesto, i sindacati registrano come primo passo positivo la convocazione di un tavolo interministeriale, fissato per il 24 febbraio, che avrà il compito di definire, tra le altre cose, uno statuto specifico per il lavoro frontaliero.

Giuseppe Augurusa, CGIL frontalieri

Debora Pesce, UIL

Marco Contessa responsabile nazionale Cisl frontalieri

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Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Febbraio 2025
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