Tempo uggioso e speranza infinita: la “minimarcia della pace” a Fagnano è un segno
L'iniziativa è stata promossa da tante associazioni per richiamare l'attenzione sui conflitti in corso e sulla necessità di lavorare alla soluzione pacifica delle controversie

Nonostante il tempo uggioso, circa duecento persone si sono messe in cammino per dire no alla guerra, per contrapporsi con la forza delle idee a tutti i conflitti armati. Partiti dalla Corte del Ciliegio, a Castellanza, sabato 22 febbraio il corteo è arrivato all’area dei Calimali, fra Fagnano e Gorla Maggiore, addobbata con svariate bandiere della pace per la “minimarcia della pace“.
Persone di tutte le età hanno voluto così dimostrare come ciò che sta avvenendo fra Ucraina e Russia, ma anche in Medio Oriente e in altre parti del mondo.
Alla regia una pluralità di enti e associazioni, da Legambiente a Bicipace, In cammino per la Pace, ma anche Futura Civita, Emergency, Anpi e il patrocinio dei comuni di Castellanza, Legnano, Olgiate Olona, Marnate, Gorla Minore e Fagnano Olona.
Tanti i discorsi correlati alla questione della pace, con il disarmo, il potere dell’industria bellica e il rispetto della democrazia fra i temi più caldi abbracciati dai relatori. «La pace non è un argomento divisivo, come invece ci hanno detto, ma è un principio sancito dalla nostra Costituzione. Ricordiamolo e uniamoci nel rifiutare la guerra senza se e senza ma» ha tenuto a ricordare la rappresentante di Emergency.
Un momento molto intenso è stato quello che ha visto l’intervento di una giovanissima ragazza ucraina, Oleksandra, di 26 anni, residente a Busto Arsizio dallo scoppio della guerra, che con emozione ha voluto raccontare la sua storia, chiedendo una riflessione su quanto, prima delle ideologie, la guerra sappia travolgere la vita di chi vede il conflitto arrivare a distruggere quella che era la tua serenità. «Come si può parlare di pace con chi ha distrutto casa tua?» ha chiesto, chiamando tutti a una riflessione importante sul futuro del conflitto e su quanto difficile sia il dialogo, seppur rappresenti la sola strada percorribile.
Tanti applausi e un abbraccio che ha commosso ciascun presente.
«Speriamo l’anno prossimo non ci sia bisogno di organizzare una nuova marcia della Pace perché la guerra sarà finita», ha chiosato Flavio Castiglioni di Bicipace
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