Truffe a Lottomatica, al via il processo a Varese con 7 imputati
Arriva nelle aule di giustizia l'esito dell'operazione "Easy Slot" della Finanza, coordinata dalla Procura della repubblica di Varese. Parti offese oltre alla società per azioni che gestisce le scommesse anche Inps e Agenzia delle entrate

La bancarotta fraudolenta e i reati fiscali per grosse evasioni verso l’erario. Le fatture per operazioni inesistenti Ma anche quell’attività di “scassettazione“ – che i responsabili delle sale gioco sono tenuti ad effettuare come incaricati di pubblico servizio – mai effettuata, comportamento che dunque integrerebbe il reato di peculato.
Sono sette le persone imputate per un processo frutto di un’indagine della guardia di Finanza di Varese che, coordinata dalla procura della repubblica, ha voluto aprire uno squarcio sulle modalità di gestione di alcune sale slot e vlt nel capoluogo prealpino, arrivando alla contestazione in sede penale di questi pesanti reati che in caso di rinvio a giudizio spalancherebbero le porte del Collegio, visto il peso penale dei comportamenti contestati, e gli importi di cui si parla.
Fra i reati ipotizzati anche una appropriazione indebita di oltre 2 milioni ai danni di Lottomatica, soldi che mai sono stati versati, sebbene presenti a titolo di fondo cassa nella “pancia“ degli apparecchi “Awp“ – anche dette “New Slot“, apparecchi elettronici che erogano vincite in denaro – e “Vlt“, le videolottery, appunto per erogare eventuali vincite dei giocatori. Ma, come si diceva, anche la parte “pubblica” della vicenda pertiene ad un importante ammontare, dal momento che la contestazione mossa agli indagati è di essersi tenuti il “Preu”, cioè il prelievo erariale unico, la somma da girare all’amministrazione autonoma dei Monopoli dello Stato in quanto i soggetti risultavano incartati di pubblico servizio per quell’attività.
Una montagna di soldi, dal momento che ad esempio in uno dei capi di imputazione il riferimento degli inquirenti è dal primo febbraio 2020 al 15 maggio 2020: in questi pochi mesi di attività, la cifra che gli indagati non avrebbero versato alle casse dello stato ammonterebbe a 3 milioni e mezzo. Cifra peraltro riferibile nel solo contesto investigativo affrontato dai finanzieri che riguarda attività attive su una zona specifica di Varese.
Un sistema, “facile“ per arrivare ai soldi, e non a caso l’indagine della Finanza è stata battezzata “Easy slot”, nel corso della quale i finanzieri del comando Provinciale su delega della Procura (PM Lorenzo Dalla Palma) avevano dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo nei confronti di 2 persone fisiche per un totale di 4.761.000 euro, nonché alla misura interdittiva del divieto di esercitare attività d’impresa (o di rivestire uffici direttivi di persone giuridiche) per 12 mesi a carico dei due principali indagati emesso dal Gip di Varese.
Inoltre, nel corso delle indagini, le Fiamme Gialle hanno approfondite diverse segnalazioni per operazioni sospette che evidenziavano continue movimentazioni bancarie “giustificate” da numerose fatture per operazioni inesistenti volte a svuotare il reticolo di società costituito dal sodalizio criminale per autoriciclare il denaro sottratto alle slot che avevano in gestione.
Il processo avviato a Varese si intreccia a fitte trame con una piaga ben presente alle fiamme gialle che giusto negli ultimi giorni hanno sottolineato la gravità della situazione: nel 2023 nella sola provincia di Varese sono stati bruciati due miliardi in giocate, il doppio che nel 2019 (QUI l’approfondimento su quanti soldi vengono “buttati“ nellE gIocate, paese per paese). Parti offese nel processo aperto oggi, oltre alla società per azioni che gestisce le scommesse, sono anche Inps e Agenzia delle entrate. Il processo di oggi dinanzi al Gup di Varese si è aperto con uno slittamento ai primi di giugno per una questione tecnico procedurale. Difensori, fra gli altri, gli avvocati Corrado Viazzo e Augusto Basilico.
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