A Varese sfila lo sciopero globale femminista e transfemminista
Un appuntamento che ha visto la partecipazione di circa 4-500 persone domenica 9 marzo. Il corteo è partito da Piazza Monte Grappa, attraversando le vie principali della città

Una Giornata internazionale dei diritti delle donne celebrata il giorno dopo per la concomitanza con il Carnevale Bosino, ma con lo stesso peso e la stessa importanza.
A Varese il centro della città è stato letteralmente invaso di tantissime donne, giovani e meno giovani, ma anche uomini di ogni età che hanno sfilato tra cori, slogan, musica, striscioni e cartelloni per lo sciopero globale femminista e transfemminista, lanciato a livello nazionale da NonUnaDiMeno con lo slogan “lotto, boicotto, sciopero”.
A guidare le operazioni nella città giardino FemVa, collettivo transfemminista della provincia, che ha chiamato a raccolta per questo momento di condivisione della lotta, per una parità dei diritti, una più equa distribuzione del lavoro di cura e la fine delle diverse forme di violenza di genere.
Un appuntamento che ha visto la partecipazione di circa 4-500 persone. Il corteo è partito da Piazza Monte Grappa, attraversando le vie principali della città fino a Piazza Repubblica, con tappe significative lungo il percorso: una sosta davanti al Comune di Varese, per ribadire le richieste delle manifestanti, e un passaggio davanti al Monumento alla Resistenza, simbolo di lotta e di impegno per la libertà.
Quattro temi centrali per un futuro di giustizia
Lo sciopero globale femminista e transfemminista di quest’anno è stato caratterizzato da un appello forte e chiaro su quattro temi fondamentali, che intrecciano le battaglie femministe con altre lotte sociali:
Ecofemminismo: la difesa dell’ambiente e la lotta contro la crisi climatica sono indissolubilmente legate alla giustizia di genere. Il modello economico attuale, basato sullo sfruttamento delle risorse naturali e dei corpi delle donne, è al centro delle critiche del movimento.
Confini: la mobilitazione ha denunciato la violenza dei confini, sia fisici che sociali, che impediscono la libertà di movimento e la piena autodeterminazione delle persone migranti, con particolare riferimento alle donne e alle soggettività più vulnerabili.
Sicurezza e DDL Sicurezza: è stata espressa una ferma opposizione alle nuove misure contenute nel DDL Sicurezza, che secondo le manifestanti aumentano la repressione senza affrontare le reali cause della violenza e dell’insicurezza sociale. Il concetto di sicurezza è stato ribaltato: non più come controllo, ma come accesso ai diritti e protezione dalla violenza di genere, dalla precarietà e dallo sfruttamento.
Convergenza: il corteo ha rappresentato un momento di incontro tra diversi movimenti, dalla lotta femminista a quella ecologista, passando per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. La necessità di unire le lotte e creare alleanze è stata una delle rivendicazioni principali.
Un grido collettivo per il cambiamento
Le strade di Varese si sono riempite di slogan, striscioni e interventi che hanno messo al centro la necessità di un cambiamento radicale. «Non si tratta solo di una giornata di celebrazione, ma di una lotta continua per i nostri diritti» hanno sottolineato le organizzatrici.
Lo sciopero ha ribadito con forza che le questioni di genere non possono essere separate da quelle economiche, ambientali e sociali: il patriarcato si intreccia con le disuguaglianze e con il sistema di sfruttamento globale.
Dopo la conclusione del corteo l’energia della giornata ha lasciato un messaggio chiaro: la lotta continua ogni giorno, nelle piazze e nelle vite di chi non si arrende a un sistema ingiusto.
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