Emiliano, storia di una rinascita: “La musica, gli incontri e dei bravi dottori mi hanno ridato alla vita”

Emiliano Renzelli, musicista molto noto a Varese, dopo aver affrontato un periodo difficile ha voluto raccontarci la sua storia proprio nel primo giorno di primavera, perché sia un messaggio di speranza per chi, come lui, è entrato nel buio e ha trovato la forza di rinascere

Varese - Emiliano Renzelli

Emiliano Renzelli ha 45 anni, suona il contrabbasso ed è un musicista molto conosciuto a Varese. Ha suonato in teatri importanti, dalla Scala di Milano a Washington, Chicago, Francoforte. E’ stato diretto da Riccardo Chailly, ha accompagnato musicisti del calibro di Olga Kern ed Enrico Bronzi affrontando repertori di musica classica anche molto impegnativi. Ma si è mosso anche nella musica pop, suonando alle Officine Meccaniche di Mauro Pagani della Pfm, con Antonella Ruggero e, recentemente, con Tony Servillo.

Dopo aver affrontato un periodo molto difficile Emiliano ha voluto raccontarci la sua storia proprio nel primo giorno di primavera, perché sia un messaggio di speranza per chi, come lui, ha affrontato il buio. Un messaggio da chi ha saputo chiedere aiuto ed è tornato a vivere pienamente la sua grande passione, la musica.

Gli studi al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, il perfezionamento alla Scuola musicale di Fiesole e l’avvio di una carriera a livello professionale e poi la caduta. «E’ iniziato tutto con un momento di difficoltà poco prima del Covid, poi la pandemia ha fatto precipitare la crisi: non si poteva più suonare, chiusi in casa, basta amici. Ho iniziato a bere e a fare uso di sostanze. Un tentativo di anestetizzare l’angoscia, ma dopo non stai più bene senza e arriva la dipendenza. La cosa più brutta che mi porto dietro di quel periodo è la mancanza di sincerità, con me stesso e con gli altri. Se non stai bene con te stesso non puoi stare bene con gli altri e non puoi nemmeno suonare con gli altri e per gli altri. Ero entrato in una spirale sempre più avvitata».

Sempre più giù, fino a quando Emiliano ha saputo chiedere aiuto. “Mi sono rivolto all’ambulatorio di via Ottorino Rossi e lì ho incontrato due medici meravigliosi, il dottor Tosetto e la dottoressa Stura che mi hanno aiutato tantissimo a tornare a credere in me stesso e ritrovare la strada. In quei mesi ho capito l’importanza degli incontri, non solo con questi due bravissimi professionisti ma anche con tante persone in difficoltà come me. Ho imparato ad essere consapevole e scevro da giudizi, ma ho ricevuto anche tanti stimoli, al punto che mi sono iscritto alle superiori, che non avevo fatto perché con il vecchio ordinamento al conservatorio non serviva».

Le sfide per Emiliano Renzelli però non erano finite: «Il 1° ottobre del 2023, mentre stavo tornando da Como dove ero andato ad ascoltare il quartetto del M° Amerigo Bernardi di Reggio Emilia con il quale volevo intraprendere un percorso di perfezionamento, improvvisamente sono stato malissimo. Ricoverato d’urgenza in ospedale in setticemia per un’ulcera al duodeno in fase avanzata sono arrivato a un passo dalla morte, tanto che i medici avevano già preparato la mia famiglia al peggio. Sono stato operato d’urgenza e poi in coma per 40 giorni. Anche qui l’importanza dell’incontro: due persone  fantastiche come la dottoressa Colombo e la dottoressa Palumbo mi hanno letteralmente preso per i capelli e sono tornato a casa. Piano piano ho ricominciato a vivere una vita piena e bella, dove anche i problemi e gli ostacoli non sono cose da evitare ma da affrontare e risolvere con consapevolezza. Le mie dipendenze adesso sono la vita stessa e la voglia di continuare ad imparare e questo mi porta anche a fare meglio con la musica”.

Varese - Emiliano Renzelli
Emiliano Renzelli con l’amatissimo Pepe (foto di Sara Gambelli)

Una rinascita testimoniata anche dal M° Amerigo Bernardi, con il quale Emiliano sta studiando al Conservatorio di Reggio Emilia: «E’ una cosa molto coraggiosa ripartire a 45 anni, non è facile e merita grande rispetto. Emiliano ce la sta mettendo tutta, studia con un impegno e una serietà incredibili e sono felice che abbia scelto di ripartire con me, che pure – dice con il suo humor tutto toscano – non gli ho portato molta fortuna. Quando è stato ricoverato era appena venuto via dal mio concerto a Como ed eravamo d’accordo di sentirci da lì a poco, poi è sparito, non rispondeva al telefono e io l’avevo già dato per perso. Invece era in coma! Così quando è uscito dall’ospedale e mi ha detto che voleva davvero riprendere a studiare con me gli ho chiesto “Ma sei sicuro?“. Scherzi a parte sono davvero felice di avere Emiliano nella mia classe e del percorso che sta facendo. Ripartire così non è da tutti e lui è da ammirare».

Oggi Emiliano è un uomo nuovo, ha ricominciato a suonare e a lavorare con la musica e sta frequentando il liceo artistico serale. «Ho voluto raccontare la mia storia proprio pensando ai ragazzi e ai giovani musicisti, perché vorrei che nessuno passasse quello che ho passato io. La strada delle sostanze sembra facile, appetibile, ma presenta conti pesantissimi.  Ci sono tanti ragazzi in gamba, con molto talento, e il rischio è che non trovino gli spazi per esprimersi perché Varese è una città avara di spazi culturali per i giovani, di locali dove fare musica vera, dove manca un teatro che non sia un “capannone”. Vorrei che nessuno di questi ragazzi si perdesse come è successo a me».

(La foto di apertura è di Giacomo Migliarina)

Mariangela Gerletti
mariangela.gerletti@varesenews.it

Giorno dopo giorno con VareseNews ho il privilegio di raccontare insieme ai miei colleghi un territorio che offre bellezza, ingegno e umanità. Insieme a te lo faremo sempre meglio.

Pubblicato il 21 Marzo 2025
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