Festa a Malpensa: è tornata Federica Brignone, regina delle nevi
La vincitrice della Coppa del Mondo di sci alpino è tornata in Italia dopo le ultime gare negli USA e ha raccontato una stagione irripetibile: "Mi sono emozionata lungo tutto l'inverno"
La regina dello sci – ma non è esagerato dire “dello sport” – italiano è tornata a casa. Federica Brignone è atterrata a Malpensa intorno alle 12,20 di sabato mattina con un volo proveniente dagli USA, via Parigi, con un carico speciale. Quello che comprende la coppa del mondo assoluta di sci alpino, la seconda dopo quella del 2020, le due coppe di specialità (discesa e gigante) e quella per nazioni, ennesimo centro di una stagione che la stessa Federica definisce “irripetibile”.
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Brignone, 34 anni, valdostana di La Thuile (ma nata a Milano) è stata accolta dal presidente della FISI, Flavio Roda, e ha partecipato a una affollata conferenza stampa nelle sale del Terminal 1 messe a disposizione da SEA. Festeggiata non solo dagli addetti ai lavori ma anche dai componenti del suo fans club che hanno accompagnato in modo rumoroso e simpatico il suo arrivo.
«Mi sono emozionata lungo tutto l’inverno – confessa Federica – ed è un orgoglio e un onore aver raggiunto questi risultati. Ho disputato 24 gare, ne ho vinte 10 con 16 podi complessivi e appena tre ritiri e a ogni fine settimana mi sono sorpresa per quello che stavo facendo. Specie su piste come Garmisch dove non pensavo di andare così bene».
Ma come si raggiunge un livello così elevato? «Sono riuscita a mettere il mio miglior sci in quasi tutte le manche, in quasi tutte le discese che ho fatto. E quando ho trovato la mia sciata migliore ho vinto. Sapevo che dando il mio 100% sarebbe arrivato il risultato ma la posizione non dipende solo da me; però ogni volta alla partenza sono riuscita a concentrarmi sulle cose che mi servivano in quel momento e non su quelle che ti mettono pressione. E anche quello è stato sorprendente».
Flavio Roda, presidente federale, ha aggiunto: «Quello che ha fatto Federica quest’anno è ancora più di quello che lei ha raccontato. Arrivare a questa perfezione è quasi impossibile, ha saputo lavorare in un modo incredibile: ogni foto di una sua curva sembra un fotomontaggio. Per tutto lo sport italiano – non solo per la FISI – è un fattore d’orgoglio avere un’atleta del genere. Ha saputo portare entusiasmo nello sci, che mancava da qualche tempo. Tutti – anche come “sistema montagna” – la dobbiamo ringraziare: un grande sportivo aiuta tutto il nostro mondo».
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