Fine dei discorsi: Jaron Johnson non rientrerà nella Openjobmetis
L'articolo pubblicato giovedì su VareseNews ha spinto la società a fare chiarezza. "Nino" è fuori dai piani per ragioni tecniche e disciplinari, la società al lavoro per la rescissione del contratto

Chiarezza si chiedeva e chiarezza è stata fatta, sulla vicenda Jaron Johnson. L’articolo di VareseNews pubblicato giovedì pomeriggio ha smosso una situazione che in tanti non avevano capito fino in fondo, perché troppi erano i lati poco comprensibili. Oggi – venerdì – sulla situazione è stata messa in modo chiaro la parola “fine”: “Nino” non giocherà più con la maglia della Openjobmetis.
A spiegarlo sono stati i due gm biancorossi, Max Horowitz e Zach Sogolow, insieme a Ioannis Kastritis, l’allenatore greco che da metà febbraio ha preso in mano la patata bollente che è, in questo momento, la Pallacanestro Varese in piena lotta per non retrocedere. I due dirigenti e il tecnico hanno spiegato come la decisione sia irrevocabile e sia stata presa di comune accordo («Non siamo qui per mettere i problemi nelle mani di Kastritis ma per supportarlo in tutti i lati del suo lavoro») sia per motivi tecnici – e questo era stato detto – sia disciplinari.
La vicenda disciplinare non è stata spiegata nei dettagli, anche per rispetto a Johnson (del quale, è stato più volte detto, si parla come giocatore ma non a livello personale o privato), ma la direzione presa è stata quella giudicata migliore per il gruppo-squadra. In pratica, si intuisce, negli ultimi mesi all’interno dello spogliatoio ci sono state una serie di situazioni e divergenze che evidentemente hanno minato la stabilità e non sono sanabili.
Perché, dunque, Johnson resta tutt’ora un tesserato della Pallacanestro Varese tanto da avere diritto a un campo per allenarsi? «Per definire una risoluzione del contratto bisogna accordarsi in tre: club, giocatore e agente. Stiamo lavorando da giorni per arrivare a un accordo e ci auguriamo che vada in porto» spiegano Orowitz e Sogolow, interpellati proprio per il fatto che tenere a libro-paga un giocatore dallo stipendio non indifferente è anche una perdita monetaria rilevante, specie per una società che non è certo tra le più ricche. Soldi che si potrebbero poi reinvestire.
La risoluzione di contratto, in realtà, non è stata la prima opzione nel senso che le parti hanno inizialmente sondato la possibilità di una cessione di “Nino” sul mercato come è avvenuto per Keifer Sykes, altro americano tolto dai radar con l’arrivo di Kastritis (l’ex avellinese è ora in Polonia, al Legia Varsavia: 11 punti e vittoria all’esordio in campionato). Sfumata poi questa possibilità si è cominciato a discutere di interrompere il rapporto. Che, paradossalmente, è ancora in vita anche per un altro motivo: tra infortuni (vedi Gray) e malanni di stagione, c’è sempre la possibilità che Johnson possa essere convocato per avere a referto il numero minimo di giocatori ma è una ipotesi remotissima e comunque non cambia il veto su di lui.
Intanto – garantiscono i dirigenti – la ricerca sul mercato prosegue per trovare la famosa “ala forte” che andrebbe a incastrarsi nell’organico, oggi ridotto, a disposizione di Kastritis, ed è lo stesso allenatore greco che è conscio delle ristrettezze della rosa. Il parere condiviso da quelle parti è sempre lo stesso: senza visti e in questo momento della stagione i nomi disponibili sono assai limitati e quindi la società affonderà il colpo solo quando sarà individuato un profilo di sicuro rendimento, avallato dallo stesso allenatore greco. A Treviso, quindi, si andrà con gli stessi di domenica scorsa salvo che Gray («Su Justin non nutriamo alcun dubbio: siamo certi stia facendo il meglio per tornare in campo») all’ultimo momento possa rendersi disponibile.
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