Finita l’emergenza l’Asst Sette Laghi chiude i due hotspot influenzali: oltre 800 le persone curate
Molto soddisfatto il direttore socio sanitario Calicchio sia per la partecipazione dei medici volontari sia per gli utenti di età diverse. Molto bene anche i team di risposta rapida che hanno seguito al domicilio i pazienti del pronto soccorso

Sono stati chiusi il 28 febbraio scorso i due “hotspot” infettiviologici aperti per affrontare l’emergenza influenzale.
I due servizi erano stati aperti il 25 novembre scorso dall’Asst Sette Laghi nelle case di Comunità di Varese e di Tradate con il coinvolgimento di 17 medici di medicina generale e 46 della continuità assistenziale che avevano aderito alla richiesta dell’azienda ospedaliera.
854 le persone curate negli Influpoint dell’Asst Sette Laghi
In questi tre mesi sono state assistite 854 persone , 547 a Varese e 307 a Tradate. Il datosi spiega con le diverse modalità di apertura: mentre l’ambulatorio infettivologico di Varese era attivo tutti i giorni dalle 20 alle 24 e nei weekend e festivi dalle 8 alle 20, quello di Tradate era attivo solo nei fine settimana e giorni di festa dalle 8 alle 20.
Cittadini hanno trovato un’assistenza alternativa al pronto soccorso
Si dice molto soddisfatto io direttore socio sanitario della Sette Laghi Giuseppe Calicchio: «È stata molto positiva l’adesione di medici di medicina generale e di continuità assistenziale. È un elemento di grande valore che mostra la collaborazione con il comitato aziendale. I risultati evidenziano che questi due servizi sono stati utilizzati dalla popolazione in modo trasversale, dai più giovani ai più anziani. Il dato positivo inoltre è che questa offerta non ha diminuito il lavoro ordinario della continuità assistenziale regolare. Deduciamo, quindi, che questi cittadini si sarebbero altrimenti rivolti al pronto soccorso».
L’età degli utenti
Degli oltre 800 utenti dell’Hotspot infettivologico, il 20% era di ventenni, il 22% di trentenni, il 16% di quarantenni, il 15% di cinquantenni il resto di ultrasessantenni.
Il mese di gennaio il più intenso
Il carico di lavoro è stato maggiore tra metà di dicembre e la metà di febbraio con il mese di gennaio che ha registrato il numero maggiori di persone: 297 a Varese e 158 a Tradate.
Il 96% delle persone è stato visitato nello stesso giorno in cui si è rivolto al nr 116117 ( di guarda medica) che faceva da filtro: la totalità di casi era in linea con il mandato specifico dell’ambulatorio.
Nell’inverno prossimo verrà riproposto l’hotspot influenzale
« La sperimentazione fatta quest’anno – ha proseguito il direttore Calicchio – verrà sicuramente ripetuta nella prossima stagione influenzale. In questo prima esperienza abbiamo affrontato qualche problema organizzativo con la gestione degli spazi nel servizio di continuità assistenziale. Il giudizio positivo dei medici che hanno partecipato all’hotspot è legato anche alla formazione che è stata data loro sia sulle malattie infettive da parte del professor Paolo Grossi sia sulle tecniche ecografie spiegate dall’equipe della dottoressa Cortellaro del PS. È stata un’iniziativa molto positiva anche in funzione dell’evoluzione della COT ( centrale operativa territoriale) nell’assistenza domiciliare».
Team di Risposta Rapida Domiciliare
E in tema di bilanci, il dottor Calicchio definisce molto positiva anche l’esperienza dei team di Risposta Rapida Domiciliare (TMRD), il progetto sperimentale avviato per sostenere il pronto soccorso con l’osservazione breve a domicilio: « Avviato il 18 dicembre, fino allo scorso 2 marzo erano stati seguiti dal personale medico del team TMRD 105 pazienti, tutti over 70 anni( il 34% tra i 70 e gli 80 anni e il 61% over 80). Di questi, per 18 pazienti è stata attivata l’assistenza domiciliare della Sette Laghi, con terapia endovenosa, monitoraggio clinico e rivalutazione, esecuzione di esami ematici e presa in carico per cure palliative domiciliari»
Sono stati 9 i pazienti che, al termine del periodo di osservazione breve di 3/5 giorni sono stati riportati in pronto soccorso: « Gli hotspot e il team di risposta rapida domiciliare si sono dimostrati strumenti efficaci per migliorare l’assistenza territoriale e ridurre gli accessi impropri ai Pronto Soccorso. Questi successi rappresentano un modello per l’evoluzione dell’assistenza domiciliare e territoriale, con prospettive concrete di ampliamento nei prossimi anni».
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