Fondazione Molina, Michele Graglia nominato presidente: “Nessuna rivoluzione, ma continuità”
Nel suo annuncio, Galimberti ha espresso gratitudine per il lavoro svolto da Carlo Maria Castelletti, presidente uscente, che ha ricoperto il ruolo dopo Guido Bonoldi, entrambi da lui nominati

Il sindaco di Varese, Davide Galimberti, ha firmato il decreto che nomina Michele Graglia come nuovo presidente della Fondazione Molina. Graglia, da vicepresidente, sta già facendo le funzioni apicali in sostituzione del dimissionario Carlo Maria Castelletti: si tratta perciò di una ufficializzazione e una conferma.
Nel suo annuncio, Galimberti ha espresso gratitudine per il lavoro svolto da Carlo Maria Castelletti, presidente uscente, che ha ricoperto il ruolo dopo Guido Bonoldi, entrambi da lui nominati: «Oggi il Molina è sempre più un punto di riferimento nell’ambito socio-sanitario, grazie anche alla capacità di innovazione portata avanti da questi tre presidenti» ha dichiarato il sindaco, che ha sottolineato inoltre che, con il supporto del consiglio di amministrazione e del direttore generale Carlo Nicora, il Molina potrà proseguire efficacemente il suo percorso di crescita e innovazione.
Monsignor Gabriele Gioia, prevosto di Varese, ha voluto unirsi ai ringraziamenti della comunità per l’operato della Fondazione. «Sappiamo quanto sia importante che la fascia di età avanzata non sia vissuta come abbandono, ma come una riserva preziosa di affetti e valori», ha commentato.
Alla presentazione era presente anche il presidente uscente, Carlo Maria Castelletti, dimessosi anticipatamente per motivi famigliari, che ha voluto rivolgere un saluto a tutte le persone con cui ha collaborato in questi 3 anni: «Il mio saluto va ai dipendenti, agli ospiti, alle suore, a don Ernesto: personaggi che hanno fatto il bene del Molina. Il merito di un Molina che guarda al futuro, che ha superato un passato impegnativo, è soprattutto loro – ha spiegato Castelletti – Il presidente, il consiglio di Amministrazione possono ben gestire una realtà come il Molina, ma il Molina non è un’azienda, è una fondazione che ha degli scopi soprattutto di carattere etico, ed è un patrimonio dei varesini. E il patrimonio dei varesini lo rappresentano i dipendenti, i volontari, le suore, il don, che ogni giorno sono in trincea per portare avanti l’affetto nei confronti degli ospiti con professionalità e amore».
Castelletti ha inoltre espresso «Grande soddisfazione per la nomina a direttore generale di una persona che avevo proposto da presidente: Carlo Nicora, che ha un altro profilo professionale e umano» e ha inoltre evidenziato la necessità di un riconoscimento ufficiale dell’Alzheimer come malattia da parte del Servizio Sanitario Nazionale e della Regione Lombardia, sottolineando il ruolo del Molina nell’assistenza ai pazienti affetti da questa patologia.

Nel suo primo intervento da presidente, Michele Graglia ha ringraziato Galimberti per averlo coinvolto in questo incarico, ammettendo che accettare la nomina non è stata una decisione semplice. «Non così ben predisposto fin da subito, ma alla fine ho capito che era giusto mettersi a disposizione quando viene chiesto di dare una mano». Ha ricordato il suo legame personale con il Molina, avendo vissuto l’esperienza da utente con sua nonna, e ha elogiato il lavoro dei suoi predecessori Guido Bonoldi e Carlo Maria Castelletti, con i quali ha collaborato per la realizzazione della Casa del Sollievo, che lui ha seguito come “Varese con te” l’associazione che presiede.
«Sono nel consiglio già da un anno, e non ho intenzione di fare rivoluzioni: le scope nuove che portano via tutto raramente hanno ragione – ha commentato con una metafora Michele Graglia – Certo, ognuno ha il proprio metodo e io, da ingegnere, ho un approccio diverso rispetto a quello di un medico. Per questo, la vicinanza di una persona esperta e di valore come Carlo Nicora mi tranquillizza».
Graglia ha poi fatto riferimento al passato turbolento della Fondazione, affermando: «Sono passati tanti anni dalle difficoltà e forse è rimasta un po’ di disaffezione nella città. Faremo di tutto per riportare il Molina ad essere percepito come un affetto, perché ha dato tanto e tanto ha ricevuto da Varese».
Infine è intervenuto anche Guido Bonoldi, che ha ricordato un momento simbolico della prima ondata di Covid-19, quando dai balconi dell’’edificio Perelli del Molina si cantò Rinascerò, Rinascerai. «È stato un momento simbolico anche per il futuro: il Molina continua a rinascere, anche con questa nomina. La grande differenza dell’era Galimberti è che ora i presidenti non sono politici nominati da politici, ma persone con competenze specifiche, e questo è particolarmente importante»
Il prossimo passo dopo la nomina del presidente sarà la nomina di un nuovo membro del consiglio che sostituisca il presidente uscente, mentre il mandato di Graglia terminerà nel 2028.
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