Manfrinati e il processo a Varese per lo stalking: è il giorno della difesa
Depositate le trascrizioni forensi dei due cellulari dell’ex moglie sequestrati dopo l’omicidio del maggio scorso. La madre dell’imputato in aula: “Un piano familiare per far impazzire mio figlio”

La sigaretta aspirata quasi per intero fuori dal tribunale di Varese come fosse un’unica boccata d’ossigeno alla fine dell’udienza, agitata, dove il pallino l’ha tenuto in mano lui, Fabrizio Busignani, difensore di Marco Manfrinati, a processo per «atti persecutori» e per «danneggiamenti» rivolti contro la famiglia della ex moglie: da oggi i due procedimenti sono unificati.
Ma non è questa la notizia del giorno, dal momento che questo processo suona quasi “propedeutico” a quello in corte d’assise per l’omicidio del suocero Fabio Limido e del tentato omicidio premeditato della ex moglie Lavinia, procedimento in procinto di essere attivato (dopo la chiusura delle indagini e la richiesta della Pm Maria Claudia Contini per il rinvio a giudizio).
Quindi dopo aver ascoltato in aula i testi della difesa chiamati a parlare del comportamento dell’ex avvocato bustocco quarantenne, conosciuto, affermato professionista con spiccate doti intellettuali e QI molto sopra la media, «plusdotato con tratti autistici», padrone di ben cinque lingue parlate fluentemente, si è arrivati al dunque della vicenda che lo stesso difensore di Manfrinati ha lasciato anticipare dai racconti in aula: non è vero che l’imputato era personaggio pericoloso e violento, e in special modo nei riguardi del figlio per l’assenza del quale viveva una condizione «lacerante» che cercava di tenere a bada con uso massiccio di benzodiazepine, calmanti potenti presi a ripetizione.
Un uomo, sempre ascoltando le testimonianze in aula, portato sull’orlo di una crisi di nervi perenne dal comportamento delle controparti, dunque vittima di un «piano familiare» per farlo impazzire, come ha ricordato la madre di Mafrinati riferita alla famiglia Limido – Criscuolo (parte civile del procedimento, assistita dall’avvocato Fabio Ambrosetti) durante la sua lunga e a tratti faticosa escussione, specialmente quando la donna si è riferita ai rapporti col nipote e alla “lotta“ coi suoceri per avere la possibilità di vederlo: «Il bambino era cosa loro, era un oggetto».
Parole pesanti. E che vengono corroborate da altri elementi che in aula sono suonati come punto di novità nel processo nato da una denuncia presentata dalla famiglia Limido Cruscuolo successivamente all’abbandono del tetto coniugale di Lavinia Limido che da Busto Arsizio scappò ai primi di luglio del 2022.
Per andare dove? In aula nelle precedenti udienze, testimoni sotto giuramento hanno affermato che la ragazza era scappata quell’estate da una minaccia concreta, cioè dal marito ritenuto pericoloso e che aveva trovato riparo da un’amica di famiglia, un’avvocata di Como (sentita come testimone), luogo fuori provincia da cui la donna si sarebbe allontanata rare volte e con assoluta circospezione, tanto da indossare una parrucca per travisarsi.
«Una realtà ben diversa, come dicono le geolocalizzazioni dei suoi telefoni cellulari che sono stati sequestrati (nel corso delle indagini per omicidio ndr), e le cui copie forensi sono state oggi depositate nel corso del procedimento in atto», ha spiegato l’avvocato Busignani a compendio di quanto ascoltato in aula.
«Nelle copie forensi sono state inoltre estrapolate 1900 pagine di chat che Lavinia Limido ha avuto con un uomo, suo amante, che ha frequentato e con il quale si vedeva anche durante il periodo in cui ha abbandonato Busto Arsizio, chat che io mostrerò in aula e che giustificano il vero motivo per il quale l’ex moglie di Manfrinati da Busto Arsizio si è trasferita a Varese».
Una delle testimonianze ascoltate in aula è stata quella di un investigatore privato che ha osservato gli spostamenti di Lavinia Limido dall’11 al 24 luglio 2022 (qualche giorno dopo la fuga della donna): «Viveva a Varese, nella casa dei suoi genitori e non a Como».
Un quadro che ha valore fortemente suggestivo se confrontato coi contenuti delle precedenti udienze dove hanno parlato le parti offese che hanno dato una versione del tutto diversa della personalità di Marco Manfrinati che – va ricordato – deve difendersi da precise e specifiche contestazioni, in quanto imputato. La prossima udienza, che comprende la discussione, è in programma per il 9 aprile.
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