Nel 2024 nel mondo oltre 200.000 le vittime di guerre: il racconto dei volontari di Amnesty agli studenti dello Stein di Gavirate
I volontari dell'associazione hanno presentato la situazione bellica con particolare attenzione ai conflitti dimenticati e alla violazione dei diritti civili

Nell’ambito dei progetti di Educazione Civica che l’Istituto Stein di Gavirate attua, mercoledì scorso, 5 marzo, nell’aula magna si è tenuto un incontro con i volontari del Gruppo 296 Amnesty International di Varese, dedicato ai conflitti armati e alla situazione in termini di diritti, durante una guerra.
Per Amnesty International erano presenti Mario Bianchi, Marinella Bistoni, Maurizia Bonetti e Valentina Grassi, attivisti del gruppo, alcuni dei quali con più di trent’anni di volontariato, che hanno presentato agli studenti le principali azioni portate avanti da Amnesty, rispetto alla tutela dei diritti umani, nelle drammatiche condizioni conseguenti ad un conflitto bellico.
Una quindicina le classi dello Stein coinvolte, alcune in presenza e altre in videoconferenza, rappresentative dei diversi indirizzi di studio dell’istituto.
Durante l’incontro, i volontari di Amnesty hanno trattato il tema dei diritti fondamentali che non sono più riconosciuti e rispettati, in caso di conflitto armato: dal diritto alla vita, alla casa, alla salute, al gioco, ecc…
I diritti umani si applicano e sono validi anche in una guerra in corso: esiste un diritto internazionale umanitario e i relatori ne hanno evidenziato alcuni aspetti fondamentali, con un’introduzione alla Corte Penale Internazionale.

Il tema centrale della conferenza è stato quello delle guerre, soprattutto di quelle dimenticate, come ad esempio quelle del Sudan, del Burkina Faso, del Mali, della Somalia, di Haiti, del Niger: nel 2024 i conflitti armati erano ben 56.
Agli studenti è stata presentata anche una serie di dati, riguardanti ad esempio il numero di vittime di guerra durante il 2024, anno particolarmente nero, perché ha visto un incremento del 37 % , con almeno 200.000 persone che hanno perso la vita.
Si è parlato anche di particolari difficili situazioni, poco conosciute, quale quella del Myanmar, del Congo, dello Yemen, la condizione del popolo curdo, la persecuzione da parte dei cinesi nei confronti della popolazione degli uiguri, l’apartheid di genere in Iran ed in Afghanistan.
Non sono mancati i riferimenti ai bambini soldato, bambini manipolati che “giocano” con le armi, senza cogliere la gravità e la pericolosità di quello che fanno, all’utilizzo di armi non convenzionali, come quelle a grappolo o quelle al fosforo, all’impennata della violenza di genere in contesti di guerra.
L’incontro si è concluso con l’illustrazione del contributo di Amnesty, a tutela e difesa dei diritti umani, anche nei contesti bellici: Amnesty, che porta avanti un continuo lavoro di denuncia delle violazioni dei diritti umani non è sempre presente in tutti i teatri di guerra perché non le viene permesso; alcuni volontari sono stati uccisi in situazioni delicate di conflitto armato.
Gli alunni dell’istituto hanno ascoltato con interesse, in modo particolare quanto legato ai diritti non rispettati e non tutelati; l’incontro ha permesso agli studenti di riflettere sulla propria condizione di cittadini, sulle opportunità di cui godono e sui diritti di cui sono portatori, diritti che non sono in altre situazioni pienamente riconosciuti e rispettati.
L’iniziativa è parte del progetto “I diritti umani in primo piano: Incontriamo Amnesty International”, inserito nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa dell’istituto Stein e curato dalla professoressa Ileana Maccari, che ha tra i suoi obiettivi un’incisiva sensibilizzazione rispetto alla tutela dei diritti e l’invito ad un impegno fattivo in questa direzione.
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