Per l’omicidio nei boschi di Castelveccana ci sono due carabinieri indagati, la Procura chiude le indagini
Uno sparò a Rachid Nachat che, secondo il pm, era disarmato e l'altro (suo diretto superiore) lo avrebbe aiutato con un depistaggio. L'omicidio risale al 10 febbraio 2023

Si sono concluse con le indagini della Procura di Varese relative alla morte di Rachid Nachat nei boschi di Castelveccana il 10 febbraio 2023, ucciso da un colpo di arma da fuoco sparato da un carabiniere della Compagnia di Luino durante un blitz nei boschi dello spaccio. Insieme al carabiniere che sparò è stato chiesto il rinvio a giudizio anche per un secondo militare, il superiore del sottufficiale originariamente indagato perché, secondo l’accusa, avrebbe depistato le indagini.
La ricostruzione dei fatti, contenuta nell’avviso di chiusura indagini notificato ai due militari dal procuratore Antonio Gustapane e dal sostituto Lorenzo Dalla Palma, dice che quel giorno il carabiniere era impegnato con altri due militari in abiti civili (erano vestiti da cacciatori) in un servizio nella zona delle cascate della froda quando si imbattè in Nachat che era nascosto tra le piante: quando il marocchino iniziò a scappare il carabiniere avrebbe sparato con il suo fucile privato alcuni proiettili, due dei quali colpirono il ragazzo alla gamba e al torace (quello mortale).
Il giorno dopo avrebbe affermato il falso nell’annotazione di servizio dicendo che Nachat avrebbe estratto una pistola e l’avrebbe puntata contro di lui. Dall’indagine sarebbe emerso che la vittima non aveva residui di sparo sulle mani e nella zona in cui fu ritrovato non è stata trovata nessuna arma.
Nella vicenda è finito anche il superiore del carabiniere che sparò per una serie di ritardi e omissioni volte, secondo l’accusa, a favorire il suo sottoposto.
Gli indagati ora hanno 20 giorni per presentare documenti e memorie oppure chiedere di di essere interrogati. Il maresciallo è difeso dagli avvocati Domenico Franchini e Lucio Lucia mentre il carabiniere accusato di omicidio è difeso dall’avvocato Luca Marsico.
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