Parte da Varese il docufilm per raccontare il nuovo zapatismo messicano
Il regista e scrittore Maurizio Fantoni Minnella volerà giovedì in Messico: tre settimane in Chiapas per le riprese del film. “Voglio riaccendere i riflettori sull'America Latina"

«Riaccendere i riflettori, raccontare un’esperienza temuta dai governi centrali, poiché il nuovo zapatismo dà forza ai popoli nella difesa della loro terra e delle loro tradizioni».
Un caffè di corsa in un bar della Brunella a Varese, poi via a sistemare gli ultimi dettagli prima della partenza, giovedì, alla volta del Messico, nella regione del Chiapas. Obiettivo: realizzare un film documentario per raccontare le comunità zapatiste che vivono in quella terra. Orizzonti ribelli è il nome del progetto di Maurizio Fantoni Minnella, che a Varesenews racconta la sua idea.
«Il film documentario, della durata di 90 minuti seguirà da vicino una famiglia residente nei caracoles, le giunte di buon governo zapatiste. Attraverso la loro quotidianità, il film esplorerà le radici di questa resistenza pacifica, fatta di lavoro, studio, cooperazione e accoglienza. Le comunità zapatiste, infatti, non solo lottano per i propri diritti, ma offrono aiuto ai migranti centroamericani che attraversano il Chiapas in cerca di un futuro migliore, sfidando pericoli enormi lungo il percorso».
Perché questo film?
«Per riaccendere i riflettori sull’America Latina, schiacciata dai temi del momento che dominano le prime pagine dei giornali, dimenticata e ripescata solo in occasione delle elezioni, vedi Maduro, Milei e altri. Questo film aiuterà, partendo dal basso, a raccontare una realtà in evoluzione, anch’essa dimenticata».
In che senso partire dal basso?
«Copriremo i costi di produzione attraverso un crowdfunding, una raccolta fondi lanciata alcune settimane fa che ha avuto una buona risposta iniziale e che proseguirà durante le riprese. L’obiettivo è di arrivare a 30 mila euro».
Quando si parla di zapatismo e della lotta per la terra, viene in mente il mito del subcomandante Marcos. Ma oggi cos’è lo zapatismo?
«È un movimento in totale evoluzione, una forma nuova e non più ancorata alla matrice marxista, ma orientata verso la difesa delle tradizioni e dell’ambiente. Le sue battaglie partono dalla lotta per il lavoro e la preservazione della terra, come nel caso dell’opposizione al ‘treno Maya’, una rete ferroviaria turistica che rischia di snaturare i luoghi e le ricchezze culturali locali. Incontreremo anche la guida del movimento, il comandante Moisés».
Rischi?
«Probabilmente ne correremo. Certo, abbiamo pianificato il viaggio, e c’è chi ci aiuterà e ci condurrà nei luoghi. Più che rischi parlerei di difficoltà magari legate alla lingua dal momento che il film sarà in lingua spagnola sottotitolato, ma molte delle persone parleranno l’idima locale, un idioma Maya che dovremo tradurre».
Come si è preparato per questo progetto?
«Con studi, letture, testimonianze e approfondimenti, come per ognuno dei viaggi da cui sono nati i miei film documentaristici, sia in Italia che all’estero: Israele, Cisgiordania, Gaza, Algeria…».
Qualche nota sulla regia: come la imposterà?
«Ho una visione che si rifà al cinema del reale: il film non si baserà su ricostruzioni o finzioni, e le riprese avranno un forte impatto visivo sui luoghi. Gli attori non saranno professionisti, ma persone comuni che racconteranno la loro vita, in particolare due donne che lavorano nei caracoles».
Maurizio Fantoni Minnella (nella foto) è scrittore, saggista e documentarista. Ha pubblicato romanzi come L’era volgare, Il tempo di Rachid e Danza della mente, oltre a saggi di cinema tra cui Bigas Luna, Bad boys e Habemus Nanni. Studioso di letteratura latinoamericana, ha curato opere di Ruben Dario e Pedro Gomez Valderrama. Autore di saggi su Genova, come Genova ritratto di una città, e Verso Ponente, ha scritto l’autobiografia Non mi arrendo con Don Andrea Gallo. Ha realizzato 28 documentari e 4 cortometraggi girati in Egitto, Palestina, Kurdistan e altri paesi. Tra i suoi film: Gaza a cielo aperto, Benvenuti nel ghetto, Esilio la passione secondo Lucano e Libri di sabbia. Presidente dell’associazione FreeZone, organizza Poevisioni e ha presentato i suoi lavori negli Istituti Italiani di Cultura in Europa, America e Medio Oriente. Nel 2021 è stato nominato Ambasciatore di Genova nel mondo per la sua intensa attività culturale.
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