Riuso, condivisione e scambio: da Varese a Busto esempi di bene comune nel Varesotto da coltivare
La biblioteca degli oggetti, il Centro del Riuso, gli orti, il patto per il decoro. Sono gocce in un mare di bisogni, ma dimostrano che il bene comune può prendere forma anche nelle piccole cose: un oggetto condiviso, un orto coltivato, una fioriera curata

In un mondo che corre verso il consumo e lo spreco, in provincia di Varese esistono tante tracce di chi prova ad invertire la rotta con iniziative che parlano di riuso, condivisione e cura collettiva. Da Busto Arsizio a Varese, alcuni progetti stanno prendendo forma e altri funzionano da anni, mostrando che un altro modo di vivere gli spazi e i beni è possibile. Non sono la risposta a tutti i problemi, ma segnali di un cambiamento che, per crescere, avrebbe bisogno di più spazio e risorse.
Busto Arsizio: una biblioteca oltre i libri
Da aprile, la biblioteca di Busto Arsizio ha aperto le porte a Bibliochangers 20-30, un progetto da 150mila euro che la trasforma in una “biblioteca degli oggetti”. Oltre ai libri, si possono prendere in prestito giochi, strumenti musicali o utensili come una friggitrice ad aria o una macchina da cucire. È un’idea interessante: condividere invece di comprare, soprattutto in una città con una tradizione tessile che qui trova un piccolo omaggio. Per accedere basta essere iscritti alla rete bibliotecaria di Varese. Certo, è un esperimento limitato, ma potrebbe essere un primo passo per ripensare il consumo quotidiano.
I centri del riuso e i mercatini dello scambio
A Varese, il Centro del Riuso – Banco di Comunità®, in apertura a giugno in via Ecologia, propone un modello di economia circolare. Qui si scambiano oggetti – mobili, vestiti, utensili – e anche tempo o competenze, usando la FIL (Felicità Interna Lorda) al posto del denaro. Gestito dalla Cooperativa San Luigi con partner come Vesti Solidale e Rete CAUTO, il centro vuole ridurre i rifiuti e rafforzare la comunità. Non è un caso isolato: centri del riuso esistono anche a Busto Arsizio, Vedano Olona, Caronno pertusella e Malnate, tra gli altri, a testimonianza di un interesse crescente nella zona. È un tentativo lodevole, anche se per ora si limita a spazi e scale ridotte rispetto alle esigenze di un territorio più ampio. Si contano anche esperienze nei comuni più piccoli con gestioni associative molto attente ad ogni aspetto: è il caso del servizio “Stendipanni” gestito dall’associazione Mamme in Cerchio di Azzate, oppure del “Curiosando” di Albizzate dove oltre allo scambio di articoli ci sono anche volontari di supporto su vari servizi.
Al fianco dei centri del riuso si segnalano anche gli empori della solidarietà, eravamo stati qualche tempo fa a visitare quelli di Varese, a Saronno, a Rho e a Legnano. E poi ci sono i tanti mercatini che puntano su usato e riuso, dal Giusto Inperfetto di Castello Cabiaglio a quello di Azzate, passando per Castiglione, Saronno.
A Casciago è prevista una giornata per ridare vita a vecchi oggetti, trasformarli in opere d’arte o restituire un valore a qualcosa che non si usa più. L’evento si svolgerà a Casciago, tra i container della piattaforma ecologica di via Della Fontana 11, domenica 6 aprile dalle 10 alle 18.
Orti urbani: piccoli appezzamenti, grandi richieste
Sono appena stati assegnati gli 86 orti urbani di Varese, erano pervenute circa 100 domande per appezzamenti di 50 mq, destinati soprattutto ad anziani e persone in difficoltà. L’età media dei beneficiari è 70 anni, con un 86enne tra i più entusiasti. Il Comune ha ampliato le aree per non lasciare indietro nessuno, ma la partecipazione così alta dimostra quanto questi spazi siano necessari – e quanto siano ancora pochi rispetto alla domanda. Orti urbani ci sono in diversi comuni del Varesotto ma si tratta di progetti molto diffusi anche negli istituti scolastici (esiste anche un bando di Regione Lombardia proprio finalizzato a questo scopo).
Decoro urbano: un patto tra Comune e commercianti
Nel centro di Varese, 40 commercianti hanno firmato un Patto di Collaborazione per curare le nuove fioriere in vie come Broggi e Cattaneo. Il Comune ha investito 60.000 euro in piante e strutture, lasciando la manutenzione ordinaria ai negozianti. È un esempio di collaborazione che abbellisce la città senza costi extra per l’ente pubblico. Funziona, ma resta circoscritto a poche strade: un simbolo di ciò che si potrebbe fare su scala più ampia.
Segnali da coltivare
Questi progetti – la biblioteca degli oggetti, il Centro del Riuso, gli orti, il patto per il decoro – non cambieranno il mondo da soli. Sono gocce in un mare di bisogni, ma dimostrano che il bene comune può prendere forma anche nelle piccole cose: un oggetto condiviso, un orto coltivato, una fioriera curata. Per diventare davvero incisivi, però, servirebbero più risorse, più spazi, più partecipazione. Gli esempi riportati hanno acceso una scintilla: ora sta a cittadini e istituzioni decidere se trasformarla in un fuoco più grande.
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