Sala Napoleonica sold out per il convegno sull’intelligenza artificiale promosso dagli ordini professionali di Varese
Grande partecipazione al convegno sull’impatto dell’intelligenza artificiale, che ha visto importanti relatori

Come si può valorizzare l’impatto trasformativo dell’intelligenza artificiale sulle professioni, trasformandolo in una concreta opportunità di sviluppo e crescita? L’AI generativa sta davvero semplificando le decisioni umane e potenziando la creatività, o rischia di diventare un meccanismo di omologazione? Chi detiene il controllo di questi sistemi e quali strumenti abbiamo per garantirne un uso responsabile?
A queste e ad altre domande ha dato risposta il convegno che si è svolto lo scorso 21 marzo nella prestigiosa cornice della Sala Napoleonica delle ville Ponti a Varese, gremita per l’occasione: l’evento ha registrato infatti il “tutto esaurito“, segno di un interesse crescente verso i temi legati all’intelligenza artificiale.
L’incontro, organizzato dagli Ordini Professionali della Provincia di Varese, vede come promotori l’Ordine dei Dottori Commercialisti di Varese, l’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e conservatori e l’Ordine dei Consulenti del Lavoro in collaborazione con la Camera di Commercio di Varese (presente anche il presidente, Mauro Vitiello) e si inserisce nel percorso di collaborazione avviato nel 2019 tra gli Ordini Professionali della provincia, con l’obiettivo di dar vita a una “casa virtuale delle professioni” e affrontare tematiche cruciali per la crescita culturale e tecnica dei professionisti e dei cittadini.
«L’intelligenza artificiale può offrire un contributo positivo se impariamo a guidarla, conoscerla e gestirla con consapevolezza» hanno sottolineato gli organizzatori: e per questo durante l’evento sono state esplorate questioni chiave come la responsabilità algoritmica, l’opacità dei modelli di machine learning e le implicazioni della delega decisionale a sistemi autonomi.
Particolare attenzione è stata poi rivolta ai rischi connessi all’influenza dell’AI su settori strategici come economia, energia, sanità e sicurezza, così come alle strategie da adottare per sviluppare una cultura condivisa e consapevole nell’uso dell’intelligenza artificiale. Il dibattito si è inoltre esteso all’impatto sociale e culturale dell’AI, affrontando temi come l’alterazione delle dinamiche lavorative, la ridefinizione dei processi educativi e il rischio di ampliare disuguaglianze e divari digitali.
Attraverso un’analisi attenta della complessità della relazione tra umano e tecnologico, il convegno ha invitato a riflettere su regole etiche, trasparenza e responsabilità, affinché l’intelligenza artificiale resti un mezzo e non diventi fine ultimo, preservando il ruolo dell’essere umano come decisore ultimo delle proprie sorti.
Importante il panel di relatori intervenuti: Marinella De Simone (Presidente del Complexity Institute), Federico Cabitza (professore di Interazione umano-AI, Università degli Studi di Milano-Bicocca e IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio), Andrea Rossetti (professore di AI and Law, Università di Milano-Bicocca) e Dario Simoncini (docente alla Scuola Nazionale della Pubblica Amministrazione presso la Presidenza del Consiglio e già professore di Management della Complessità presso l’Università Gabriele d’Annunzio di Pescara).
La tavola rotonda conclusiva, dal titolo “AI e intelligenza condivisa: il valore etico del capitale umano”, ha ampliato il dibattito al ruolo dell’intelligenza artificiale nei percorsi scolastici e universitari, sottolineando l’importanza della formazione continua e delle strategie di contrasto alla disinformazione e ai bias.
Ad essa sono intervenute Donatella Sciuto (Rettrice del Politecnico di Milano), Maria Pierro (Rettrice dell’Università dell’Insubria), Silvana Castano (Prorettrice alla Transizione Digitale e Intelligenza Artificiale dell’Università degli Studi di Milano) e Aurelio Ravarini (Delegato all’innovazione didattica e interdisciplinarietà, Università LIUC), con una riflessione comune sul rapporto tra AI, modelli e scenari formativi ed etica.
«Le intelligenze artificiali non hanno emozioni né esperienza incarnata, ma sono straordinariamente rapide nel generare contenuti. Il nostro compito è assicurarci che il loro utilizzo sia consapevole e attento, per evitare che si trasformi in un pericolo anziché in un’opportunità» hanno dichiarato in chiusura gli organizzatori.
L’evento è stato registrato e sarà disponibile in streaming, con l’obiettivo di favorire la più ampia diffusione dei contenuti trattati e promuovere un dibattito costruttivo tra i professionisti.
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