“Sempar lü e Va a Ciapà i rat”: This Gelo rappa e fa cantare Materia in dialetto lombardo
Nella serata dedicata alla musica varesotta di venerdì 7 marzo il rapper che porta sul palco l'hip-hop multiculturale conquista il pubblico dello spazio libero di VareseNews con le sue barre in dialetto

«Sü i man … Ti te se dre, a scaldà chela cadrega!» con la sua esibizione ThisGelo ha fatto alzare le mani al pubblico presente ieri sera, 7 marzo, a Materia. E, cosa meno scontata, lo ha fatto cantare in dialetto lombardo seguendo il ritmo e il flow delle sue “barre”.
(foto e reel a cura di Francesco Gemmo, che ringraziamo per la disponibilità)
Il rapper di Varese, all’anagrafe Lorenzo Pellegrini, è stato infatti l’ospite del terzo appuntamento dedicato alla musica varesotta che lo spazio libero di VareseNews organizza ogni venerdì sera alle 21. (Prenota il tuo posto qui il tuo posto per la serata di venerdì 14 con la presentazione del libro Treni in musica del critico musicale Aldo Pedron, che sarà accompagnato da Lorenzo Bertocchini alla chitarra).
Dopo il talkshow insieme a Esa e Vigor degli Otr, la serata a Materia è stata l’occasione per conoscere – attraverso un’intervista dal vivo scandita da domande, una personale tier list sui dischi fondamentali del rap e una performance dal vivo – uno degli artisti emergenti più interessanti della scena locale. Grazie alla vincente intuizione, quella usare mescolare la cultura hip-hop a quella delle proprie radiis in un melting pot unico, anche ieri ThisGelo ha attirato l’attenzione di un pubblico molto eterogeneo e di tutte le età, dai giovani appassionati di musica ai romantici affezionati della lingua bosina e lombarda, sempre meno parlata ma ancora ricca di un fascino tutto suo.
«Il dialetto è la lingua che mi ha insegnato mia nonna da bambino – ha spiegato Gelo, che durante la serata ha annunciato l’intenzione di pubblicare a breve un album -. Quando ero piccolo e lo sentivo parlare tra le mura di casa era una lingua che sentivo come qualcosa di distante, ora invece mi viene molto naturale usarlo quando scrivo i testi. Mi piace anche perché offre tutta una serie di possibilità e sfumature che l’italiano non prevede, oltre che fa parte delle mia identità ed è qualcosa che rivendico. Anche per questo motivo lo sto riscoprendo sempre di più e mi sto anche avvicinando a cantanti che prima conoscevo ma senza mai essermi addentrato veramente. Su tutti, naturalmente, faccio riferimento a Van De Sfroos».
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