Sicurezza e sorveglianza, il caso piazza Repubblica divide ancora la politica varesina

La seduta della Commissione Sicurezza di martedì 26 marzo a Varese, convocata da alcuni consiglieri della minoranza ha visto  come unico punto all'ordine del giorno l’audizione del comitato dei cittadini

polizia piazza repubblica

La seduta della Commissione Sicurezza di martedì 26 marzo a Varese, convocata da alcuni consiglieri della minoranza, ha visto  come unico punto all’ordine del giorno l’audizione del comitato piazza Repubblica: è stata perciò dedicata totalmente alla richiesta del gruppo di cittadini di installare nuove e migliori telecamere nella centrale piazza varesina, ma soprattutto di pubblicare on line o mettere su maxischermo in tempo reale le loro registrazioni. Una proposta che ha evidenziato una tensione di fondo tra la richiesta del Comitato di Piazza Repubblica e le risposte dell’amministrazione.

Protagonisti dell’incontro, oltre ai commissari e all’amministrazione, sono stati due rappresentanti del comitato cittadino,  Massimo Rovera e Federica Crupi. L’obiettivo della loro partecipazione è stato quello di ribadire la necessità, secondo loro, di una maggiore presenza e funzionalità delle telecamere in piazza Repubblica, luogo che – secondo quanto riportato dal comitato – continua a essere teatro di episodi di degrado e microcriminalità.

Tra le proposte del comitato più discusse c’è  quella di collegare in tempo reale le immagini delle telecamere al sistema comunale di sorveglianza e, in alcuni casi, trasmetterle in diretta – ad esempio su maxischermi – con l’obiettivo dichiarato di prevenire i reati. Una proposta che ha sollevato nell’amministrazione perplessità sul piano della privacy, ma che Rovera ha difeso: «Il sindaco e l’assessore avevano sollevato dubbi, ma pare che il Garante non escluda questa possibilità – Ha spiegato  il referente del comitato – Non si tratta solo di sicurezza, ma anche di benessere: rendere visibili le immagini sarebbe anche un deterrente. Vogliamo capire se c’è la volontà politica di procedere».

A fare chiarezza sugli aspetti normativi è intervenuto Giuseppe Leto Barone, DPO del Comune, che ha sottolineato: «Non posso esprimermi su un progetto che ancora non c’è. Posso però ricordare che il Garante è molto attento ai sistemi di videosorveglianza. I principi da rispettare sono quelli di liceità, correttezza, trasparenza e minimizzazione dei dati. Per ogni impianto serve una valutazione d’impatto, come previsto dal GDPR».

Durante il dibattito tra i membri della commissione, cui hanno partecipato principalmente i membri della minoranza, il consigliere Stefano Angei ha chiesto esplicitamente se vi fosse una volontà politica di affrontare il problema. Alla domanda ha fatto eco il consigliere Simone Longhini che ha rilanciato: «Forse prima ancora di valutare la volontà politica è importante rispondere a una domanda precedente: Si riconosce che in piazza Repubblica c’è un problema che si sta aggravando?». Il consigliere Salvatore Giordano ha risposto positivamente, aggiungendo: «“Ignorare una proposta che nasce da un’esigenza reale sarebbe superficiale».

Il comandante della Polizia Locale, Claudio Vegetti, ha ricordato il presidio costante nella zona, mentre l’assessore alla Sicurezza, Raffaele Catalano, ha ribadito i limiti di competenza: «La Polizia Locale si occupa di sicurezza urbana, mentre ordine e sicurezza pubblica sono in capo ad altre forze. E i reati segnalati competono alla sicurezza pubblica» ha sottolineato Catalano.

L’assessore ha poi aggiunto, riguardo la proposta del comitato: «Avevo già spiegato in precedenza perché alcune soluzioni non sono attuabili».

L’assessore ha anche ventilato una possibilità, per ora in stato embrionale: quella che il Comune stia lavorando a un progetto di sicurezza urbana diverso.  «Ma su questo non posso entrare nel merito» ha aggiunto, provocando la reazione del consigliere Angei, che ha definito “irrispettosa nei confronti della Commissione”  il rifiuto di dare ulteriori spiegazioni. La questione comunque resta aperta: dalla commissione non sono emerse infatti soluzioni o passi avanti.

DOPO LE TELECAMERE, L’ILLUMINAZIONE

Il comitato ha segnalato anche altre criticità nella piazza, in particolare quella relativa all’illuminazione: la parte della piazza dove si trova il monumento sotto il quale si consumano reati ed episodi di degrado risulta buia, e – secondo quanto riferito ai cittadini – non ci sarebbe l’intenzione di ripristinare i lampioni, continuamente danneggiati dai vandalismi. Ma una tale scelta:  «È la teoria della finestra rotta – ha osservato Angei – se lasciamo un luogo nel degrado, continuerà a peggiorare».

Una osservazione condivisa dal consigliere Giordano, che ha chiesto di affrontare questo problema: anche in questo caso non sono giunte risposte, per un problema però che sembra piu facilmente risolvibile.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Marzo 2025
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