Stop ai test d’ingresso ai corsi di medicina: varranno i voti ottenuti nel primo semestre di studio
Con il voto della Camera diventa operativa la riforma voluta dal Ministro Bernini. I decreti attuativi dovranno definire gli esami che varranno per la nuova graduatoria di ammissione dopo il primo semestre

Dopo il Senato anche la Camera ha approvato la riforma che rivede l’accesso ai corsi universitari di Medicina e Chirurgia e Veterinaria.
La riforma è passata con 149 voti a favore e 63 contrari. Il dibattito d’aula è stato molto acceso e ha visto le opposizioni lamentare il “bluff” dell’abolizione del numero chiuso dato che si rinvia solo alla fine del primo semestre la graduatoria nazionale che determinerà chi potrà procedere con il secondo semestre in uno degli atenei prescelti.
Chi supererà gli esami stabiliti entrerà, con il punteggio ottenuto, in una graduatoria nazionale che definirà le iscrizioni nei diversi atenei i quali manterranno il numero di posti limitato, deciso a livello Ministeriale in base alla quota di docenti e di posti letto ospedalieri disponibili per garantire un percorso formativo di qualità.
Gli esami del primo semestre saranno di area area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria.
Per poter garantire la novità già dal prossimo anno accademico occorrono i decreti attuativi che la Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini garantisce saranno adottati in tempi rapidi così da introdurre la riforma già dal prossimo anno accademico.
Le criticità da superare sono diverse, non ultimo una omogeneità di insegnamento e, soprattutto, la modalità di didattica. Come aveva già sottolineato la Presidente della scuola di Medicina dell’Università dell’Insubria Francesca Rovera: «Il vero problema è poter mantenere la qualità dell’insegnamento, la centralità della persona, cioè dello studente, a fronte, immaginiamo, di una grossa affluenza, ovviamente, non solo per l’Insubria, ma un po’ per tutte le università».
Il modello di insegnamento più adeguato sarà quello on line che non impegnerà gli atenei nella ricerca di spazi congrui. La riforma, lo ricordiamo, prevede che non ci siano risorse aggiuntive per l’attuazione. Ed è stato questo uno dei punti più crirticati dalle opposizioni che ritengono le modalità di didattica on line una via per legittimare gli atenei privati totalmente digitali.
Quanti rimaranno fuori dai posti assegnati alla fine del primo semestre potranno continuare il percorso accademico in corsi di area omogenea vedendosi riconosciuti i voti ottenuti se compatibili.
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