Truffa dei superbonus edilizi: quattro indagati dalla Finanza di Varese
Disposte dalla magistratura misure cautelari reali per 720 mila euro: è il valore dei falsi crediti d'imposta costruiti ad arte per truffare lo Stato
Ancora truffe sui bonus edilizi scoperti dalle Fiamme gialle, ancora indagati, fra cui un rappresentante legale di una azienda della provincia di Varese oltre ad indagini della Finanza nel Vicentino.
La Guardia di Finanza di Varese ha eseguito un sequestro preventivo nei confronti di una società vicentina coinvolta in una maxi-frode sui bonus edilizi. L’indagine, coordinata inizialmente dalla Procura di Busto Arsizio e poi trasferita a Vicenza, ha portato alla scoperta di due imprese schermo, una delle quali con sede legale in provincia di Varese, che avrebbero accumulato crediti d’imposta per oltre 2 milioni di euro attraverso documentazione fiscale fittizia.
Le aziende avrebbero falsificato i lavori edilizi attribuendoli a 19 cittadini ignari, alcuni dei quali neppure proprietari di immobili. I crediti d’imposta, caricati nei cassetti fiscali delle società, erano pronti per essere compensati o ceduti. L’intervento tempestivo delle Fiamme Gialle ha permesso di sequestrare oltre 720 mila euro e di denunciare quattro amministratori per truffa aggravata ai danni dello Stato.
Nessuno dei 19 proprietari di appartamento o addirittura inquilini dell’immobile, infatti, conosceva le due aziende in questione, così come i relativi amministratori succedutisi nel tempo, ai quali, pertanto, nessun lavoro su alcun immobile era stato mai commissionato. In alcuni casi, addirittura, i cittadini coinvolti non risultavano neppure essere proprietari di immobili; in altri erano effettivamente proprietari di civili abitazioni, ma diverse rispetto a quelle indicate sui documenti prodotti dalle due imprese all’Agenzia delle Entrate per il riconoscimento dei relativi crediti d’imposta.
«I crediti d’imposta, unitamente alla certificazione fiscale di supporto, falsa quanto le opere ivi documentate, sono stati quindi “caricati”, con l’ausilio di professionisti abilitati (estranei alla truffa), nei cassetti fiscali delle due società», specificano dalla Fiannza di Varese, società che «hanno così acquisito il diritto, garantito dallo Stato, di compensarli in proprio o cederli a terzi, a titolo oneroso».
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