Cambiamento climatico, anche Varese tra le città vulnerabili ai cambiamenti

I dati di uno studio resi pubblici nella mattina del 16 aprile in salone Estense

Convegno cambiamenti climatici axa

Con l’aumento delle temperature e la crescente intensificazione degli eventi climatici estremi, il mondo, l’Italia, ma anche la nostra provincia si trova ad affrontare sfide sempre più pesanti.

Per questo assume un particolare significato lo studio sulla rischiosità futura della regione Lombardia realizzato da AXA Climate, centro studi sui rischi climatici della multinazionale delle Assicurazioni:  lo studio, presentato nella mattina del 16 aprile nel salone Estense di Varese, era rivolto in particolare ai cambiamenti climatici previsti in Lombardia, ma alcune importanti indicazioni riguardavano anche la città di Varese.

GLI INDICATORI DELLO STUDIO

Al centro della ricerca, sono tre ambiti di rischio: le temperature estreme, le inondazioni (Fluviali e Pluviali), lo stress idrico.

Sulle temperature, lo studio prevede un aumento sostanziale da qui al 2050, specie nella parte meridionale della regione, di oltre 4,6° celsius, ed è in crescita anche il numero di giorni in cui le temperature percepite supereranno i 39°C: 6-8 i giorni “pericolosi” per Milano, addirittura 10-12 per Pavia e Cremona. A Varese si attendono 10 giorni in più all’anno in cui le temperature massime all’ombra saranno maggiori di 35°, mentre per Milano è previsto quasi un mese intero: più precisamente 26 giorni.

Con riferimento alle inondazioni fluviali, ancora una volta esposta principalmente sarà la parte sud della regione, con un problema pecifico su Milano: le aree più vulnerabili sono infatti, in città quelle vicine alla Stazione Garibaldi, minacciata dalle esondazioni del Seveso, e l’aeroporto di Linate, a rischio esondazione del Lambro. A titolo di esempio, la zona intorno all’aeroporto di Milano Linate vedrà un aumento del rischio di inondazioni, che raggiungeranno un livello fino a 49 cm nel 2050, con un aumento di 26 cm rispetto ad oggi. Nella zona della stazione di Porta Garibaldi, i livelli dacqua potrebbero arrivare fino a quasi 5 metri nel 2050, quasi 2 metri in più rispetto ad oggi.

Sul fronte delle inondazioni pluviali, i livelli massimi saranno invece raggiunti a nord, in aree limitate della Valtellina e Valchiavenna, ma con un impatto potenziale limitato in termini di superficie, mentre la parte meridionale della regione sarà quella maggiormente colpita in termini di superficie e abitanti.

Varese però, in questo campo non sarà da meno: a rischio saranno principalmente le infrastrutture critiche come la tangenziale est, con un aumento di più di 33cm, e la zona intorno alle stazioni, con una stima dei livelli di acqua tra i 14cm e i 75cm in più.

La regione Lombardia sarà infine sempre più soggetta a stress idrico, con oltre l’80% dell’acqua disponibile usata entro il 2080. Particolarmente esposta la parte est – dal Parco Regionale dell’Adamello fino al Parco Oglio Sud – passando per Brescia – con uno stress idrico del 63%.

I RISCHI DI VARESE

Tra i tre fattori esaminati, è il rischio di inondazione pluviale quello che più riguarda la città Giardino, e le zone più critiche sono quelle in prossimità delle principali arterie di traffico e dei punti nevralgici per l’economia e la mobilità della città, come la zona Stazioni e la zona Peschiera-Belforte-Tangenziale.

L’area intorno alle stazioni ferroviarie si prevede subirà un aumento medio dei livelli di inondazione di 14 cm entro il 2050. Questo potrebbe tradursi in un aumento dei rischi e dei disagi per le infrastrutture pubbliche e per i trasporti ferroviari, che sono importanti per la connessione della città con il resto della Lombardia e del Paese. Un altro punto a rischio è l’area compresa tra Peschiera-Belforte e la Tangenziale Est, che si trova vicino al fiume Olona. In questa zona, si prevede un aumento dei livelli di acqua di 33 cm entro il 2050.

LE POSSIBILI SOLUZIONI

In questo un contesto di crescente vulnerabilità, l’adattamento diventa una priorità: e se a prepararsi al peggio dovrà provvedere innanzitutto il sud della Lombardia, anche la città di Varese non può stare con le mani in mano.

Gli esperti suggeriscono misure concrete per ridurre l’impatto delle inondazioni e migliorare la resilienza delle infrastrutture urbane: potenziare le infrastrutture di drenaggio, per consentire una rapida evacuazione delle acque piovane e ridurre il rischio di allagamenti, creare aree verdi e riforestazione urbana per migliorare l’assorbimento delle acque piovane e una progettazione di spazi pubblici e infrastrutture più resiliente, in grado di fronteggiare eventi estremi come le inondazioni e le alte temperature.

«A questo proposito, noi siamo in una fase importante dal punto di vista amministrativo, perchè si sta pianificando il futuro dal punto di vista urbanistico – ha spiegato il sindaco di Varese Davide Galimberti – E ora come primo punto c’è tutto il tema della sostenibilità, dove la mitigazione degli effetti climatici è un elemento importante».

Oltre alla pianificazione urbanistica però, è fondamentale anche un cambio di passo culturale: alla mitigazione del cambiamento climatico non possono che collaborare i cittadini, cambiando lle loro abitudini di consumo.

Un concetto ribadito dall’assessora alla Sostenibilità ambientale Nicoletta San Martino, che ha raccontato anche le azioni di sensibilizzazione anche dei giovanissimi avviate dall’Amministrazione, e da Silvia Scurati, Vice Presidente della Commissione Permanente Attività produttive, istruzione, formazione e occupazione di Regione Lombardia che, dopo aver ricordato i molti interventi della regione su questo argomento ha ricordato che delle micro imprese solo il 3,8% si assicura sugli eventi alluvionali, una percentuale che mostra come poca ancora sia la sensibilità alle questione da parte degli imprenditori.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 16 Aprile 2025
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