Dalla sala operatoria alla linea di partenza: chirurgo ortopedico e paziente corrono insieme la LIUC Run
La LIUC Run ha permesso alla città di Castellanza di vivere una domenica di festa, a cui Humanitas Mater Domini ha partecipato in qualità di partner scientifico
Non capita tutti i giorni di partecipare ad una manifestazione sportiva al fianco dello specialista che ha eseguito l’intervento chirurgico che ci ha migliorato la qualità della vita. Eppure alla LIUC Run di Castellanza è successo. Protagonisti, Fabio Zerbinati, responsabile dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia in Humanitas Mater Domini e il suo paziente, Giuliano Roncoroni, che due anni fa si è sottoposto all’intervento di protesi d’anca sinistra.
Un’occasione che resterà impressa nella memoria di Giuliano e che testimonia come sia possibile affrontare gli ostacoli che la vita pone lungo il cammino con coraggio e determinazione. “Correre con il chirurgo che mi ha operato è stato davvero emozionante. Circa 5km, fianco a fianco per tutto il percorso, e abbiamo tagliato insieme il traguardo” afferma Giuliano Roncoroni.
Anche per lo specialista condividere una corsa podistica con un paziente dopo anni dall’intervento è un’esperienza insolita. “Ritrovarlo dopo due anni è stato bello, correre insieme è stata un’esperienza particolare che sicuramente porterò nei miei ricordi. Giuliano, inoltre, è la testimonianza che anche dopo un intervento di protesi si può tornare ad una vita assolutamente normale e continuare a coltivare le proprie passioni”, afferma il dottor Zerbinati.
La storia di Giuliano Roncoroni

Giuliano è sempre stato un grande appassionato di sport, lo testimoniano le tante corse ed escursioni in montagna insieme alla sua numerosa famiglia. Con sua moglie, i quattro figli e in particolare i suoi dieci nipoti, condivide la passione per l’alta quota e il trekking. Giuliano però non è solo un amante della montagna, ma anche della corsa. Per ben 4 volte ha partecipato alla maratona di New York, l’ultima a 61 anni, concludendo in sole 4 ore la corsa più famosa del mondo. Correre per 42 chilometri circa non è affatto semplice, eppure per Giuliano era un’attività che lo faceva stare bene. Passione che ha coltivato fino a due anni fa, quando i dolori all’anca sinistra sono diventanti insistenti al punto da zoppicare. Consultare un ortopedico, dunque, era diventato essenziale, per tornare alla sua quotidianità.
È a questo punto che Giuliano conosce Fabio Zerbinati e le storie dei due protagonisti si incrociano in un lungo percorso fatto sicuramente da ostacoli, ma anche da traguardi raggiunti, proprio come nella corsa, in cui Giuliano ha dimostrato molta pazienza e perseveranza, soprattutto nel periodo di riabilitazione.
La diagnosi dello specialista era chiara: artrosi avanzata. La soluzione sottoporsi all’intervento di protesi d’anca. Giuliano, abituato a gestire le difficoltà con razionalità e serenità e deciso a tornare insieme ai suoi nipoti sulle alte quote, non ci ha pensato due volte ad iniziare il percorso per affrontare questa nuova sfida.
Il giorno dell’intervento e la ripresa post-operatoria
L’intervento di Giuliano è stato eseguito con una tecnica mininvasiva e con il supporto di un sistema di navigazione computerizzato che, grazie a un algoritmo di calcolo, restituisce al chirurgo ortopedico dati oggettivi sulle dimensioni e sull’orientamento che le componenti protesiche devono rispettare per l’impianto. Questo permette la personalizzazione dell’intervento sull’anatomia del paziente, in questo caso di Giuliano.
La tecnica mininvasiva utilizzata dal medico, inoltre, ha consentito l’inserimento della protesi con un taglio di dimensioni ridotte rispetto alla tecnica tradizionale, con importanti vantaggi nel recupero post-operatorio e minor dolore. Già il giorno seguente all’operazione, infatti, Giuliano camminava ed era pronto per seguire il percorso di riabilitazione. Passo dopo passo, con fiducia nella cura e nelle proprie capacità, è riuscito a tornare alla vita di tutti i giorni. Quattro mesi dopo, infatti, era di nuovo a 3.800 metri di quota sul Monte Rosa, con un dislivello di 1.000 metri alle spalle, insieme ai figli e ai nipoti, senza dolori o difficoltà di movimento.
La storia di Giuliano è quella di un uomo che, nonostante le paure iniziali, ha avuto il coraggio di sottoporsi ad un intervento di chirurgia protesica dell’anca, che gli ha permesso di tornare alle sue passioni e alla sua routine. Giuliano ora è tornato a godersi le sue escursioni in montagna e non vede l’ora di iniziare la prossima avventura: diventare nonno… dell’undicesimo nipotino in arrivo!
Una festa per l’intera città

La LIUC Run ha permesso alla città di Castellanza di vivere una domenica di festa, a cui Humanitas Mater Domini ha partecipato in qualità di partner scientifico portando alla Soevis Arena l’équipe di Oftalmologia guidata da José Luis Vallejo, e gli oculisti Myrta Lippera, Alessandro Pistone, Andrea Aretti e Domenico Tripepi. Per i partecipanti, giochi interattivi per mettere alla prova la propria vista e tanti consigli utili alla salute degli occhi.
Non solo, presente anche un team composto da Martina Giuriola, infermiera nel Pronto Soccorso dell’ospedale, con gli studenti e le studentesse di Infermieristica in Humanitas University di Castellanza, Matilde Tosi, Rebecca Testa, Giulia Fani, Chiara Yaddehige, Gabriele La Gattuta ed Elisabetta Hoxha per la prova della pressione e della saturimetria. Sul posto anche i volontari di Insieme con Humanitas, che hanno raccontato la loro esperienza quotidiana in ospedale accanto ai pazienti e, lungo il percorso, hanno fatto il tifo per i corridori allestendo un punto ristoro di fronte all’ospedale.
A correre insieme ai 1200 partecipanti della LIUC Run anche la Squadra Humanitas composta da medici, infermieri ed infermieri, OSS e personale amministrativo, che si è unita ai tanti runners con gioia e allegria per una giornata all’insegna del divertimento tra colleghi.
La musica entra nell’ospedale
Una giornata ricca di iniziative, quella di domenica 6 aprile, che non ha dimenticato i pazienti dell’ospedale. Humanitas Mater Domini, infatti, insieme agli artisti di Officine Buone, ha portato la musica all’interno dei reparti sia per coinvolgere i degenti nella giornata di festa, sia per regalare un momento di spensieratezza e di allegria durante la loro permanenza in ospedale. Gli artisti, Pier e la band Maun Sound, con le loro note hanno toccato le corde giuste per far spuntare un sorriso non solo ai pazienti, ma anche al personale sanitario presente. «Con Officine Buone portiamo sorprese buone in luoghi speciali e oggi la nostra sorpresa è stata Special Stage, il progetto che permette alla musica e a cantanti emergenti di entrare nelle strutture sanitarie in tutta Italia. In Humanitas Mater Domini la musica è arrivata con tutto il suo potere terapeutico, come ci ha dimostrato una paziente allettata che ci ha raggiunti per vivere il momento insieme a noi dicendo “Non mi importa del dolore, vado a sentire la musica”», afferma Laila Fadli, communication designer e coordinatrice dei volontari di Officine Buone.
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