Filippo Turconi trionfa in solitaria nel Trofeo Piva
Il 19enne varesino della VF Bardiani, già in fuga alla Sanremo, si impone nella classica internazionale U23 corsa in Veneto. "Ho provato la mia mossa ed è andata bene"

L’albo d’oro del Trofeo Piva, classica internazionale del ciclismo giovanile che si disputa in Veneto, è di quelli molto interessanti. Ci sono, al suo interno, nomi di molti corridori capaci poi di affermarsi anche tra i professionisti e questo vale per il passato lontano (Guido Bontempi, Maurizio Fondriest…) ma anche per quello recente (Tao Geohegan Hart, Juan Ayuso…). E da domenica 6 aprile, tra quei nomi c’è anche quello di Filippo Turconi, astro nascente del ciclismo varesotto e vincitore in solitaria dell’edizione 2025.
Turconi si è rivelato al grande pubblico pochi giorni fa quando, da atleta più giovane in corsa, ha animato una lunga fuga nella sua prima Milano-Sanremo. Una piccola-grande impresa che non è passata inosservata e che, soprattutto, ha permesso a Turconi di mettere nelle gambe e nella testa tanta esperienza buona per essere rigiocata alla prima occasione utile.
E l’occasione è arrivata appunto al Trofeo Piva U23, perché il “nipote d’arte” (suo zio è Stefano Zanini) gareggia sia tra i “pro” sia nella massima categoria giovanile con la maglia della VF Group-Bardiani-CSF. Sul traguardo di Col San Martino, dopo 180 chilometri, Turconi si è preso il lusso di arrivare da solo, lasciando a 6″ il belga Duarte Marivoet (del team di sviluppo della UAE) e a 23″ il primo gruppo inseguitore regolato dal messicano Cesar Macias della Petrolike.
A decidere la corsa è stato un attacco del 19enne nato a Varese sulla salita del Muro di San Vigilio: un allungo con cui ha staccato i compagni di fuga e che è stato il trampolino di lancio verso l’arrivo in solitaria. «È stato un finale di gara molto teso, gli ultimi due giri erano già piuttosto impegnativi – ha spiegato Filippo all’arrivo – Ho provato a fare la mia mossa quando c’è stato un po’ di movimento, prima di attaccare un’ultima volta nella salita del Combai, ed è andata bene. Una dedica per questo successo? Alla mia famiglia, ma soprattutto alla squadra che ha creduto in me oggi e da tanto tempo. Sono riuscito ad ottenere il mio primo vero risultato, e sono davvero contento. Grazie al team, ai ds e ai compagni, che sono stati fondamentali».
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