“Ho sempre sostenuto la Tarip. Ma così non va”

L'ex assessore al bilancio di Jerago con Orago lancia l'allarme sulle tariffe. "Doveroso un ravvedimento e la misurazione economica di tutti le frazioni di conferimento"

marco pirola

Marco Pirola interviene sulla questione Tarip nel bacino Coinger: la sua è una analisi qualificata, da ex assessore al Bilancio del Comune di Jerago con Orago e anche – sottolinea – da «convinto sostenitore del progetto Tarip». Riceviamo e integralmente pubblichiamo

 

Buongiorno,
premetto innanzitutto di esser un convinto sostenitore del progetto TARIP, e della vision alla quale si sarebbe voluti arrivare con l’introduzione di questo metodo di fatturazione del servizio rifiuti. Da ex amministratore resto convinto dei miei voti espressi a favore del progetto e dell’introduzione da parte di Coinger s.r.l. Riscontro purtroppo a mio profondo rammarico un un’attuazione delle tariffe totalmente distaccata dalla visione inziale che guidava il progetto della TARIP ovvero il “più consumi più paghi”. Così come impostata ora la tariffa vi è un minimo di raccolte RUR (20 su un anno) e UMIDO (24 su un anno) che rientrano nella tariffa base. Tutte le altre unità di conferimento vengono si conteggiate ma non pesano economicamente sulla tariffa. Pertanto, se si parlasse di proporzionalità vorrei capire quanto può essere proporzione una tariffa (nata per far pagare meno chi consuma meno) che equipara sotto lo stesso prezzo annuo chi produce da 0 a 800lt di RUR?

Ipotizziamo di trovarci nella situazione di un’utenza di due persone (la cui tariffa minima annua per la dotazione con il RUR da 40lt ammonta a 170,99€) la proporzionalità si ha solamente nel caso in cui si supera il versamento degli 800lt sino ad arrivare a 960lt massimi annui (ovvero 24 prese su 24 da 40lt di RUR): questo extracosto sarebbe di 6,40€ annuali in percentuale l’extracosto è pari al solo 3.74% sulla tariffa pur conferendo ben il 20% in più oltre i minimi! Ora potete ben capire che il limite minimo di 20 conferimenti su 24 annui disponili e talmente tanto alto da rendere la TARIP una tariffa praticamente piatta e basata sui kit di conferimento ritirati e che a sua volta l’assegnazione si basava sui numeri di persone all’interno dell’utenza. Il passaggio da TARI (dove si conteggiavano i mq utenza e le persone) a TARIP con le attuali tariffe è pressoché insistente, sempre e comunque la tassa con queste tariffe rimane piatta!

Porto l’esempio della mia utenza: da gennaio a oggi ho conferito e mi sono stati fatturati 1 ritiro RUR da 40lt; proporzionando i ritiri minimi annui sul periodo avrei potuto conferire e produrre il 497% in più di indifferenziata (ovvero 200lt in più oltre i 40 conferiti!) e avrei pagato la stessa cifra!
Altre realtà che hanno introdotto il metodo TARIP, ad esempio la società VERITAS operante nella zona di Venezia, ha minimi nettamente più bassi (4 ritiri minimi annuo per il RUR) rendendo in quel caso la TARIP sì veramente puntuale.

Alla luce di queste considerazioni ritengo doveroso un ravvedimento di queste tariffe, e misurazione economica di tutti le frazioni di conferimento (vetro plastica e carta) così da tornare allineati allo slogan con il quale è stato annunciato questo progetto ovvero la proporzionalità tra il consumo e la spesa volto a responsabilizzare l’utenza verso le importantissime tematiche ambientali e lotta allo spreco tramite la volontà di far pagare per quello che si produce.
grazie.

Cordiali saluti,

Marco Pirola

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Aprile 2025
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  1. Avatar
    Scritto da AF--67

    Buongiorno, concordo totalmente con quanto dichiarato dall’ex assessore.
    Mi è arrivata la prima fattura della Tarip e l’assurdo, a differenza di quanto “pubblicizzato” da Coinger, è che non viene fatto pagare quanto conferito ma la differenza tra dei limiti altissimi e i rifiuti prodotti. Nel mio caso (3 utenti) es. RUR – minimo quasi 1.700 litri – conferiti 200 – ho pagato quanto avrei “potuto conferire” (circa 1.500 litri) e non quanto prodotto!…Infine la pessima qualità dei contenitori!

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