Il processo a Irene Pivetti si sposta a Milano: la Cassazione riconosce la competenza territoriale
La Seconda sezione penale ha accolto il rinvio pregiudiziale proposto dal Tribunale di Busto Arsizio. Il procedimento proseguirà davanti ai giudici milanesi

Con decisione assunta all’esito dell’udienza camerale del 1° aprile, la Seconda sezione penale della Corte di Cassazione ha riconosciuto la competenza territoriale del Tribunale di Milano nel procedimento penale a carico di Irene Pivetti e di altri imputati. Gli atti sono stati dunque trasmessi al foro milanese, come previsto dalla normativa in materia.
La vicenda giudiziaria trae origine da un’indagine che coinvolge l’ex presidente della Camera dei deputati Irene Pivetti, accusata – insieme ad altri – di una serie di reati che vanno dalla frode in commercio al riciclaggio, passando per reati tributari e fallimentari. In particolare, l’inchiesta si è concentrata su operazioni commerciali sospette effettuate durante la pandemia, tra cui l’importazione e la vendita di mascherine considerate non conformi, e su movimentazioni finanziarie giudicate anomale dagli inquirenti.
Il procedimento era stato incardinato inizialmente presso il Tribunale di Busto Arsizio. Gli avvocati degli imputati avevano sollevato la questione di competenza territoriale accolto dalla corte che ha proposto un rinvio pregiudiziale alla Corte di Cassazione, ai sensi dell’art. 24-bis del codice di procedura penale. La Suprema Corte, esaminata la questione, ha accolto il rinvio e stabilito che il processo debba proseguire a Milano, foro ritenuto competente per i reati contestati.
I reati ipotizzati a carico della Pivetti comprendono, tra gli altri, violazioni agli articoli 515, 355, 356, 646, 483 e 648-ter.1 del codice penale, nonché a norme specifiche in materia fiscale, doganale e societaria.
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