Negozi in fuga da Varese? Il Comune replica: “I numeri raccontano un’altra storia”

Nella commissione attività produttive l'assessora alle attività produttive Ivana Perusin, "rivede" l’analisi di Confcommercio Nazionale pubblicata un mese fa spiegandola e fornendo nuovi dati

varese centro corso matteotti

La commissione attività produttive del 16 aprile, convocata su richiesta dalle minoranze per avere chiarimenti sulle notizie di stampa (qui l’articolo di Varesenews) che riportavano l’analisi diffusa da Confcommercio nazionale su dati dell’istituto Tagliacarne è stata una importante occasione per l’Amministrazione di chiarire alcuni dati che, per Varese, apparivano particolarmente negativi: «Vi ringrazio per l’opportunità di esaminare insieme i dati riguardanti il commercio nella nostra città, presentati nello studio di Confcommercio e Istituto Tagliacarne pubblicato circa un mese fa» ha esordito l’assessora allo sviluppo, Ivana Perusin, chiamata a fornire spiegazioni.

L’analisi sulla “Demografia d’impresa nelle città italiane”, realizzata dall’Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi Guglielmo Tagliacarne,  prendeva in esame 122 comuni capoluogo di provincia e vedeva Varese al quarto posto tra le città che perdevano più negozi, con un -31,7%, preceduta solo da Ancona (-34,7%), Gorizia (-34,2%) e Pesaro (-32,4%).

«Devo dire che, inizialmente, siamo rimasti molto colpiti da questi dati, poiché non corrispondevano alla realtà che conosciamo e ci hanno suscitato molte domande – ha spiegato Perusin – Innanzitutto, lo studio si concentra su un ambito molto specifico: commercio al dettaglio, bar e ristoranti. Già questo fatto ci ha fatto sorgere la prima perplessità, perché chi conosce la città di Varese sa che le attività commerciali non sono 1018 come dice l’analisi, ma molte di più, circa 2000. Ci siamo quindi chiesti su quali informazioni fosse basato lo studio per arrivare a quei numeri».

SEDI LEGALI VS. ATTIVITÀ COMMERCIALI: IL MISUNDERSTANDING DELLO STUDIO CONFCOMMERCIO

La perplessità ha presto trovato una spiegazione: «Abbiamo scoperto che il dato citato non rappresenta il numero delle attività realmente presenti in città, che sono oltre duemila, ma si riferisce esclusivamente alle sedi legali registrate nel territorio comunale. È evidente come una variazione di questo dato non indichi necessariamente una diminuzione delle vetrine commerciali, ma piuttosto una concentrazione di più attività in un’unica sede legale, o la presenza in città di attività con sede legale fuori dal capoluogo».

Un problema condiviso anche da altri comuni: «Sono in contatto con diversi assessori delle città coinvolte, e molti si sono trovati di fronte a dati che non rispecchiavano la loro realtà. In un caso, ad esempio, lo studio indicava 600 attività quando in realtà erano presenti oltre 3.000 esercizi commerciali».

L’assessora allo sviluppo ha cosi cominciato a raccogliere i dati per un “controstudio”, che ha esposto alla commissione: «Abbiamo verificato il numero reale delle attività commerciali presenti in città e, limitandoci al commercio al dettaglio e alla ristorazione, abbiamo riscontrato che dal 2014 la diminuzione è stata del 6%, ovvero circa un’attività su 20. Non certo una su tre, come invece suggerito nello studio nazionale. In compenso, dal 2012 a oggi, la città ha visto una profonda trasformazione nel settore commerciale, cambiando il rapporto tra sede legale e l’unità di vendita.Un fenomeno dovuto, ad esempio, all’arrivo di franchising e grandi gruppi da fuori città, ma anche alla concentrazione della proprietà di più esercizi nelle mani di un singolo soggetto. A ciò si aggiunge un cambiamento nella domanda dei consumatori, sempre più orientata verso settori non contemplati dallo studio, come la cura della persona o la sanità. È il mercato che cambia: sono aumentate, ad esempio, le attività registrate sotto la voce “internet”, ovvero negozi che vendono anche online, così come è cresciuto in modo significativo il numero degli alloggi. In generale, il mercato è cambiato e, sebbene ci sia stata una significativa perdita nel settore dell’abbigliamento, il settore dei servizi sta crescendo molto più velocemente, in particolare quelli legati alla salute, all’intrattenimento e alla cura della persona».

Un’ulteriore analisi si è concentrata sugli ultimi tre anni:
«Il saldo tra aperture e cessazioni, tra il 2022 e il 2024, è positivo: +312 attività, pari a un incremento del 20%. Abbiamo registrato 1.866 aperture contro 1.554 chiusure».

COSA HA FATTO IL COMUNE PER IL COMMERCIO

L’assessora ha poi risposto alla seconda domanda dei consiglieri, ovvero: “Cosa sta facendo il Comune per sostenere il commercio locale?”

«Per quanto riguarda gli interventi a favore del commercio, il Comune ha sempre sostenuto le attività locali con contributi e partecipazione a bandi per i distretti del commercio – ha spiegato Perusin –Ad esempio, nell’ultimo bando sono stati destinati 200.000 euro per il sostegno delle attività commerciali, come il rinnovo delle vetrine, l’organizzazione di eventi e il supporto sugli affitti. Inoltre, ci sono iniziative di promozione del territorio, in particolare durante il periodo natalizio, che rappresenta una fetta significativa del fatturato annuo dei commercianti, dal 30 al 40%. Le iniziative natalizie sono completamente coperte dal Comune, senza costi per gli esercenti: investiamo circa 200.000 euro, portando più di un milione e trecentomila persone nel centro di Varese. Ci sono poi anche altre iniziative turistico-sportive nel corso dell’anno, per cui il Comune investe circa un milione di euro. Anche in questo caso, i risultati sono importanti: il numero delle presenze turistiche cresce ogni anno. Nel 2024 sono state registrate circa 335.000 presenze, in aumento rispetto alle 315.000 del 2023 e alle 270.000 del 2019, considerato l’anno record di riferimento. Quest’anno, inoltre, abbiamo in programma una rassegna gastronomica durante l’estate, abbiamo appena sostenuto gli eventi legati ai Fashion Days, effettuato interventi sull’arredo urbano, senza contare le iniziative culturali e religiose legate al Sacro Monte, in particolare nel periodo natalizio».

Pochi gli interventi da parte dei consiglieri, in particolare Salvatore Giordano (FdI) e il proponente Stefano Angei (Lega), che hanno chiesto alcuni chiarimenti puntuali sui dati.

LA COMMISSIONE IN STREAMING

 

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 17 Aprile 2025
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