Premio Chiara alla carriera ad Amalia Ercoli Finzi: una vita tra scienza e famiglia
La signora delle “comete”, premiata al Teatro Sociale di Luino, si è raccontata tra carriera scientifica e vita familiare, con passione, ironia e straordinaria determinazione

Brillante, appassionata e ironica: così, domenica 6 aprile,Amalia Ercoli Finzi ha conquistato il pubblico del Teatro Sociale “Dario Fo e Franca Rame” di Luino, dove le è stato conferito il Premio Chiara alla Carriera 2025.
Sul palco, a dialogare con lei, Giovanni Caprara, firma storica del Corriere della Sera. Insieme hanno ripercorso una vita eccezionale, iniziata tra i banchi delle scuole elementari di Gallarate e arrivata fino alle più complesse missioni spaziali europee.
«Quando vedo passare la Stazione Spaziale Internazionale penso: abbiamo fatto un buon lavoro. È molto complessa, eppure funziona da vent’anni», ha raccontato con semplicità, lei che è stata tra le protagoniste della sua progettazione.
Prima donna in Italia a laurearsi in Ingegneria Aeronautica, ha scelto questa strada nel 1956, contro ogni aspettativa familiare: «Mi vedevano professoressa di matematica. Anche il fisico lo avevo: piccola, con gli occhiali, proprio quella delle barzellette», ha detto sorridendo. Invece, si è laureata in cinque anni con 110 e lode, e non ha mai smesso di cercare risposte. «Nel 1957 è ‘nato’ lo spazio. Io ho deciso di restare in università, perché volevo capire, e volevo metterci del mio».
Ma la sua sfida più grande è stata un’altra: conciliare la carriera scientifica con la famiglia. «Non avevo modelli. Nessuna donna, all’epoca, riusciva ad avere una professione esigente come la mia e, insieme, una famiglia. A volte mi chiedevo: forse non si può fare? Ma non era vero. Si poteva. Cinque figli, un marito. Sette persone. Quarantanove paia di mutande da lavare ogni settimana, che non è cosa da poco» ha detto, scatenando risate e applausi.
Il messaggio più forte lo ha lasciato alle giovani generazioni: «Non rinunciate mai alla vostra vita affettiva, è un patrimonio. Ma organizzatevi per avere anche una professione. Non dobbiamo essere perfette, ma serve organizzazione. Io ho spostato riunioni internazionali per parlare con i professori dei miei figli. Non è semplice, ma si può fare».
E poi, lo spazio. La missione Rosetta, la “sua Rosetta”, nata in Italia, governata insieme a Francia e Germania mentre perfino la NASA si tirava indietro. «Volevamo raggiungere la cometa, viaggiare alla sua stessa velocità, e fare scendere un lander per esplorarla. Quando l’America ha capito che volevamo farlo davvero si è tirata indietro, dicendo che non ce l’avremmo fatta. E invece ci siamo riusciti».
Non ha mai sognato di andare nello spazio, lei: «Preferisco stare nella stanza dei bottoni. Vedere il mio oggetto che viaggia, dargli un impulso e vederlo seguire i miei comandi».
E se per Finzi Elon Musk ha accelerato il futuro con idee più snelle ed economiche, lancia comunque un appello: «Ha fatto bene allo spazio, ma non può pensare di dettare legge. Starlink è un esempio: serve una normativa chiara, nessuno può fare quello che “vuole”».
La chiusura, tra ironia e dolcezza, mentre racconta le altre due passioni oltre allo spazio, ha invece il sapore della terra: «Ho la mano verde, altro che pollice. Amo il giardinaggio. E anche il pianoforte».
L’Albo d’Oro del Premio Chiara alla Carriera
Con la cerimonia ufficiale si è così arricchito l’albo d’oro del Premio Chiara alla Carriera, che quest’anno ha reso omaggio ad Amalia Ercoli Finzi. A consegnare il riconoscimento, alla presenza della fondatrice del Premio, Bambi Lazzati – che ha portato anche i saluti di Romano Oldrini – sono stati il sindaco di Luino Enrico Bianchi, il prefetto di Varese Salvatore Pasquariello, il presidente della provincia Marco Magrini e l’assessore alla Cultura di Varese Enzo Laforgia.
Il prefetto ha espresso il suo apprezzamento per Amalia Ercoli Finzi, dicendo: «È sempre un piacere ascoltarla. I suoi contributi sono inestimabili e grazie a lei, la nostra comunità ha ricevuto un dono prezioso»
Marco Magrini, presidente della provincia, ha aggiunto: «Voglio farle i miei complimenti. È stato un onore ascoltarla, e i messaggi che ha trasmesso ai giovani sono di grande valore»
Enzo Laforgia, assessore alla Cultura di Varese, ha invece condiviso un ringraziamento personale: «In un’epoca in cui siamo troppo spesso schiacciati dal presente, una lezione come quella che ci ha regalato oggi, che ci permette di guardare lontano nello spazio e nel tempo, è davvero un dono raro»
Infine, il sindaco Enrico Bianchi ha dichiarato: «Grazie per aver riportato al centro il tema della scienza. Il nostro Paese ha bisogno di maggiore cultura scientifica. Grazie»
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