Irpef, Ici e pensioni: una manovra di grandi sacrifici
Il presidente Monti ha varato la sua manovra da 25 miliardi per uscire dalla grave crisi economico-finanziaria. Colpite un po' tutte le fasce della popolazione
Vale 24 o 25 miliardi di euro la quinta manovra correttiva del 2011 a firma Mario Monti. Il presidente del Consiglio è impegnato oggi, domenica 4 dicembre, in una serie di contro con le parti sociali per arrivare al Consiglio dei Ministri a metà pomeriggio.
Tagli e nuove tasse andranno a colpire un po’ tutti, con una maggiorazione per i redditi più elevati. Ed è proprio ai patrimoni più elevati che fanno riferimento sia l’Irpef sia la tassa sul lusso. L’imposta sul reddito vedrà un aumento dell’aliquota più alta, per i redditi sopra i 75.000 euro all’anno, che salirà di 2 o 3 punti percentuali ( dal 43% al 46%). L’aumento dovrebbe fruttare circa un miliardo di euro ed è stata introdotta anche per risolvere il contenzioso davanti alla Corte Costituzionale da parte dei contribuenti con redditi superiori ai 90.000 euro colpiti dalla manovra del governo Berlusconi dello scorso anno con il contributo di solidarietà. Il minor gettito potrebbe essere compensato da un ritocco dell’aliquota IVA più alta, quella dei generi non di prima necessità ( +2%).
Sul fronte del lusso, il Governo sta pensando all’introduzione di una “mini tassa” patrimoniale sulla ricchezza mobiliare, come le polizze assicurative sulla vita, i fondi comuni, i trust. In discussione anche un aumento dell’aliquota della ritenuta secca sui redditi delle attività finanziarie ( esclusi i titoli di Stato). Tasse potrebbero arrivare anche per le imbarcazioni commisurate alla lunghezza in metri, per gli aerei e gli elicotteri in base al peso. Non sfuggirebbero neanche le automobili con una potenza superiore ai 170 cavalli.
La manovra toccherà le pensioni, un po’ su tutti i fronti: anzianità, vecchiaia, età delle donne nel privato. Dal 2012, scatta il sistema di calcolo basato sul contributivo pro-rata per tutti. Le uscite di anzianità sarebbero scoraggiate elevando il minimo dei contributi oggi necessari da 40 anni a 41 anni per le donne e a 42 per gli uomini, con l’innalzamento graduale dell’età minima pensionabile fino a 70 anni ( anche per le donne). In discussione la perequazione delle pensioni, cioè i meccanismi di adeguamento all’inflazione.
Per favorire lo sviluppo, infine, si potrebbero ridurre l’Irap sul costo del lavorointrodurre un premio per la capitalizzazione, prevedere la detrazione d’imposta del 19% per le persone fisiche che dichiarano oltre 100 mila euro e investono in fondi di venture capital o in startup. Per le infrastrutture è previsto il riesame dell’elenco delle opere strategiche al fine di individuare le priorità e velocizzarne l’attuazione.
Sul fronte benzinai potrebbe arrivare la luce verde per i gestori al dettaglio che vogliano rifornirsi liberamente senza vincolo di esclusiva per il 50% dell’approvvigionamento.
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