Inizia il totoassessore, Lega e CL superfavoriti
La componente di Comunione e liberazione è uscita fortemente rafforzata dalle urne e ora al sindaco toccherà mediare tra la volontà di rivalsa del suo partito e gli interessi dei maggiorenti pidiellini
Riuscirà Attilio Fontana a formare una giunta in breve tempo, e senza far litigare i due partiti che lo sostengono? Il compito è arduo, ma chi ben incomincia è a metà dell’opera. Il problema principale, per il sindaco, è rappresentato dalla rivalità feroce tra i due partiti, acuita da quello che è successo a Gallarate, dove sono volati gli stracci. In soldoni, Fontana avrà 9 assessori: il Pdl ne vuole 6, la Lega ne vuole 4 e i conti non tornano. Dunque, urge un accordo. Originariamente, l’idea era quella di dare al Pdl i 6 assessori e alla Lega le poltrone rimanenti con la formula del 3+2 (assessori, più sindaco e presidenza del consiglio comunale).
Ma il carroccio non ci sta: il divario in termini di voti in realtà è minimo, e dunque la sezione cittadina vuole anche il quarto assessore. Le variabili sono tante ma una di queste è la volontà della Lega Nord di guadagnare terreno di fronte a un Pdl che ha perso voti. I leghisti sono contrarissimi inoltre a un accordo con l’Udc, un altro dei punti dove invece il Pdl rema dalla parte opposta, in questo segretamente spalleggiato dal sindaco Fontana che vorrebbe utilizzare l’Udc come cuscinetto rispetto all’invadenza dei due partiti.
Altro tema importante è il cambiamento della geografia politica dentro il Pdl, dove ha preso il sopravvento la corrente di Comunione e Liberazione che esprime anche l’assessore regionale Raffaele Cattaneo. L’operazione è stata condotta con precisione chirurgica: i ciellini hanno dirottato le preferenze su quattro nomi votatissimi garantendosi un buon pacchetto di mischia in consiglio. Ma faranno entrare come assessori altri uomini (che hanno scelto lucidamente di non votare). In questo modo hanno sbarrato il passo alle altre correnti e hanno evitato che la nomina di assessori potesse indebolire la truppa. E’ per questo che tra i papabili ci sono Aldo Colombo (fedelissimo di Cattaneo e segretario cittadino), Enrico Angelini (assessore uscente) e magari l’ex assessore Fabio Carella (un Cattaneo boys doc). Un non ciellino, che però gravita nel gruppo di Raffaele Cattaneo, è Piero Galparoli, consigliere uscente, che aspira alla delega al commercio (e che rivendica di aver preso i voti da solo).
Vuole l’assessore anche la componente degli ex An, che ha eletto in massa Giacomo Cosentino in consiglio ma avrebbe già designato in giunta il giovane Stefano Clerici (ex presidente della commissione ambiente), un ragazzo molto intraprendente che però suscita qualche invidia. Qualcuno dice che potrebbe persino tornare l’assessore Federiconi, come scelta di compromesso, mentre un’altra esponente della corrente, Sarah Nidoli (graditissima a La Russa), è stata penalizzata dalle urne e parte decisamente svantaggiata. I laici del Pdl vorrebbero due assessori: si parla di Roberto Puricelli (vicesindaco con Fumagalli) e Ciro Grassia (al bilancio con Fontana), inoltre recuperebbero un consigliere con il primo dei non eletti (Motta). La corrente del senatore Tomassini è la più colpita dalle urne: per loro ci sarebbe forse un posticino e il naturale candidato è l’ex vicesindaco Giorgio De Wolf. La Lega Nord, invece, ha già indicato i suoi assessori con disciplina che qualcuno definirebbe “leninista”: Carlo Piatti (segretario cittadino), Fabio Binelli (ex urbanistica), Gladiseo Zagatto (ex lavori pubblici), Sergio Ghiringhelli (presidente del consiglio comunale). Ultima incognita: il Pdl, si sussurra, vorrebbe entrare nell’urbanistica o nei lavori pubblici, il cuore della macchina comunale, la polpa di ogni amministrazione pubblica.
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