Gli artigiani lanciano l’allarme: “Materie prime troppo costose”
Mauro Colombo: «questa situazione sarebbe determinata da uno “spostamento” della domanda sui paesi orientali e sudamericani»
«I fattori che stanno ostacolando la fuoriuscita dalla crisi si stanno sommando l’uno all’altro. Lo stallo dell’occupazione, il fatturato in discesa, ed ora il costo delle materie prime: problema, quest’ultimo, al quale sino ad oggi forse non si sono dedicate le giuste attenzioni». Secondo Mauro Colombo, direttore di Confartigianato Varese, questa situazione sarebbe determinata «da uno “spostamento” della domanda sui paesi orientali e sudamericani, dove la richiesta rilevante di materie prime rende l’approvvigionamento da parte dei mercati europei senza dubbio difficile e costoso».
I dati trimestrali, forniti da Confartigianato, invitano alla prudenza. Di ripresa ancora non si parla, anzi, le cifre evidenziano una contrazione produttiva (-2,35%) rispetto al trimestre precedente e una sostanziale tenuta rispetto allo scorso anno . In questa situazione, le aziende più strutturate (10 – 49 addetti ) se la passano meglio, mentre le microimprese (3-5 addetti) sono quelle più in difficoltà.
Produttività – Male i beni d’investimento. Crescono i beni intermedi, in crescita rispetto all’anno precedente (+11,35%). Rispetto al 1° periodo del 2010 mostrano aumenti produttivi sensibili la siderurgia (+13,62%) e la meccanica (+12,03%).
Fatturato – Diminuisce rispetto il trimestre precedente (-8,75%) ma aumenta se si guarda al 1° trimestre del 2010 (+2,26%). La componente estera è diminuita rispetto al 4° del 2010 (-1,53%), mentre è aumentata rispetto allo stesso periodo del 2010 (+ 6,32%). La quota estera occupa il 7,71% del fatturato totale. Il fatturato interno è in aumento rispetto allo scorso anno (+2,25%), mentre è calato sensibilmente nei confronti del 4° trimestre 2010 (-6,59%). Incrementi di fatturato rispetto al 1° trimestre 2010 emergono nella siderurgia con + 9,73%, meccanica con +10,23% e carta con +15,14%.
Il tasso d’utilizzo degli impianti – Aumenta e si attesta intorno al 70,23%. Percentuale più elevata negli alimentari (78,10%). Per gli ordinativi acquisiti nel trimestre si registra una sensibile crescita su base trimestrale pari a +14,51%. Il mercato interno si consolida intorno al +6,85%, mentre fa un bel balzo in avanti l’estero (+47,59%). Positivo anche il confronto con il 1° trimestre 2010 con un +3%, suddiviso fra il 4,01% del mercato interno e il +8,46% del mercato estero.
Occupazione – È ferma al – 0,92%. In sofferenza soprattutto le aziende di minore dimensioni con un – 5,91%. Le Cig in deroga mostrano una situazione ancora negativa sul piano occupazionale, passando a 109 a 224. Dalle procedure compiute nel corso del periodo gennaio – marzo 2011, è sempre la meccanica il settore economico più in difficoltà, seguito dal tessile, abbigliamento e calzature e dalla plastica.
Livello delle scorte dei prodotti finiti – adeguato dal 51% delle imprese intervistate (dato in calo); per le restanti aziende le valutazioni di scarsità prevalgono su quelle di esuberanza, portando il saldo a – 17%. Si attesta intorno al 61% il numero di aziende che non tiene scorte (66% valore del precedente periodo). Per quanto riguarda, invece, le scorte di materie prime il 55% delle imprese ritiene adeguato il livello con un saldo pari a -5,93%; il 28% delle aziende intervistate afferma invece di non tenere scorte.
«L’inversione di tendenza – conclude Colombo – si avvertirà solo in futuro. Nel frattempo proviamo a controbattere con un’innovazione che renda meno intenso l’utilizzo delle risorse: energia, sprechi di materie prime, utilizzo di materie prime secondarie o nuovi materiali. Di fronte a questa situazione le prospettive sul secondo trimestre 2011, da parte del nostro campione di imprenditori, vanno nella direzione della prudenza e dell’accortezza. Perché un mercato del lavoro, ancora in calo, non offre prospettive di crescita. Purtroppo».
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