Vizzini e soci restano in carcere
Le richieste di scarcerazione avanzate dai legali di tre di loro sono state respinte dal tribunale del Riesame
Restano in carcere tutti e cinque gli arrestati dell’operazione "Fire Off" che ha fatto luce su un’organizzazione criminale di stampo mafioso operante nella città di Busto Arsizio come diretta emenazione delle cosche Madonia ed Emanuello-Rinzivillo di Gela. Dei cinque finiti in carcere, con l’accusa di aver messo a segno decine di estorsioni, tre (Rosario Vizzini, Dario Nicastro e Rosario Bonvissuto) avevano fatto richiesta di scarcerazione al tribunale del Riesame ma la richiesta dei rispettivi difensori è stata respinta dai giudici che hanno, invece, confermato la misura di custodia cautelare in carcere.
In particolare Rosario Vizzini è considerato dalla Dda di Milano come il vertice di questo gruppo, insieme a Fabio Nicastro, responsabile di tutte le azioni criminose dell’organizzazione e considerato anche referente di tutti i gelesi in Lombardia. I cinque, il sesto (Salvatore D’Aleo) si presume sia vittima della lupara bianca, avrebbero terrorizzato per anni imprenditori loro compaesani e le rispettive famiglie, spesso riducendole sul lastrico, approfittando dei loro beni dei quali si impossessavano con minacce e anche violenze fisiche. L’inchiesta ha permesso di fare luce su personaggi che già precedentemente erano stati coinvolti in indagini per mafia.
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