“Quattro ore di sballo ed una vita rovinata per sempre”
L’esperienza di Giorgia Benusiglio, trapiantata di fegato dopo aver assunto una mezza pasticca di ecstasy, raccontata agli studenti dell’IPC Verri di Busto Arsizio. "Evitate anche le droghe cosiddette leggere"
Pubblichiamo l’articolo inviatoci dall’IPC Verri, e precisamente dalla prof.ssa Giauliana Morelli, che per l’istituto è docente di economia e responsabile del serale. Il tema è la testimonianza tenuta mercoledì per i ragazzi e le razze dell’istituto da Giorgia Benusiglio, la giovane milanese trapiantata di fegato e salvatasi a stento dalla morte per epatite fulminante dopo aver provato, una sola volta, una pasticca di stupefacente. Un’esperienza terribile che Giorgia porge agli studenti perchè evitino i rischi legati alla droga.
Un padre ed una figlia insieme, uno accanto all’altra, nell’aula magna dell’IPC Verri di Busto Arsizio, ospiti della Dirigente Scolastica E. Bolis.
Lui è Mario Benusiglio, lei Giorgia.
Li tiene uniti, come non mai, un lungo e costruttivo percorso dopo l’esperienza più brutta e dolorosa che si possa vivere nella propria vita: vedere in faccia la morte a 17 anni dopo aver assunto, per curiosità, una mezza pasticca di Ecstasy.
Questo accadeva undici anni fa!
Giorgia, per fortuna, è qui a dar voce ai suoi ricordi per raccontare alle scolaresche la sua consapevolezza riguardo un argomento che non andrebbe mai trascurato in ogni fase educativa dei giovani studenti, dalle elementari alle superiori: la droga.
“Quattro ore di sballo e la mia vita è stata rovinata per sempre” – così inizia a parlare, con un sorriso meraviglioso, questa giovane donna davanti a duecento ragazzi fra un gruppo di studenti del Verri e gli ospiti delle terze medie provenienti dagli istituti Crespi e Fermi di Busto A, accompagnati dalle loro docenti.
Presenti in aula anche la Prof.ss M.L. Merlo e la Prof.ssa Sandra Bardini, organizzatrici dell’incontro, e la D.S. della scuola media europea Europeo di Abbiategrasso.
L’ecstasy, sostanza che agisce sia come stimolante che come empatogeno, è molto diffusa nelle discoteche e fra i ragazzi per i suoi effetti euforizzanti e socializzanti.
Delle sue conseguenze molti ragazzi hanno sentito già parlare in diverse occasioni, ma mai forse così a fondo come in questa, perché a darne spiegazione è la protagonista di una storia vera, testimone diretta di un’esperienza che è meglio non vivere: oltre ad essere una delle principali cause degli incidenti stradali del sabato sera, provoca gravi danni, irreversibili, al cervello, al cuore e al fegato le cui intossicazioni acute portano persino al coma, come era accaduto a Giorgia, e alla morte nel giro di pochissime ore come in tanti altri casi.
Mario racconta, davanti ad una platea attenta e incuriosita, in ogni suo dettaglio il lungo e doloroso calvario vissuto dalla famiglia dal momento in cui una telefonata li avvisava dell’urgente bisogno di un trapianto al fegato, per epatite tossica, al quale si sarebbe dovuta sottoporre Giorgia: la causa era stata l’assunzione di una maledetta mezza pasticca di ecstasy, ingerita con una procedura che non avrebbe dovuto comportare rischi, come suggeriva un opuscolo che aveva nella tasca della giacca quando venne portata di corsa in ospedale ormai in coma e con una prospettiva di sopravvivenza del 25%.
Le fu trapiantato il fegato di Alessandra, una giovane ragazza morta in seguito ad un incidente stradale, una di quelle morti del sabato sera!
“Per una trapiantata la vita non è facile” sottolinea Giorgia durante l’incontro “vivo una vita da paziente dovendo prendere, senza mai dimenticarmele, delle medicine salvavita ogni mattina alle otto ed ogni sera alle venti, e devo sottopormi a controlli ed esami medici mensili e semestrali. Inoltre per me un semplice raffreddore o una bronchite possono trasformarsi in malattie pericolose, con conseguente ricovero ospedaliero”.
Parlare di morte e di malattia “cronica” agli studenti presenti in aula ha creato un certo effetto, ma sicuramente la maggior reazione i giovani studenti l’hanno manifestata quando Giorgia ha mostrato sullo schermo le “facce da metamfetamine”: volti devastati, deformati e imbruttiti dalla presenza di croste, solchi e dalla perdita dei denti o del loro annerimento totale.
Basato su iniziativa dell’ufficio dello sceriffo di Multnomah County nell’Oregon, Faces of meth (facce da metanfetamina) è un progetto per sensibilizzare l’opinione pubblica nonché educare i ragazzi sui rischi provocati dall’uso abituale di metamfetamine . “A tale proposito – come suggerisce Giorgia – esiste un sito al quale tutti possono accedere, http://www.facesofmeth.us/main.htm”
Dal sito del progetto chiunque può scaricare una serie di immagini, un po’ forti, che mostra il viso di persone prima e dopo l’uso di questo tipo di droga: gli insegnanti lo potrebbero fare con i loro studenti per iniziare un dialogo educativo fondamentale ed irrinunciabile.
Del resto come ha sottolineato Giorgia “la prima forma di cultura è l’informazione” e i ragazzi di oggi hanno una fortuna in più rispetto a quelli del passato: poter accedere alle notizie grazie ad internet e vedere da vicino realtà che non immaginiamo nemmeno lontanamente, come quella delle facce da metamfetamine dalle quali non si può più tornare indietro.
“Le Metamfetamine sono sostanze stimolanti di origine sintetica che hanno struttura molecolare simile alle Amfetamine , ma sono molto più forti. Il loro uso produce comportamenti aggressivi e violenti, e purtroppo attualmente sono tra le droghe più utilizzate nonché le più problematiche. Esistono più di 180 tipologie di Metamfetamine diverse, alcune delle quali sono frutto di ulteriori sintesi dell’MDMA , cioè dell’ecstasy” – ha spiegato Mario, soffermandosi su un’altra grande problematica: quella riguardante la marijuana che oggigiorno esiste in una forma molto forte con valori al 27% di THC capaci di sballare di più della cocaina e di portare ancor più velocemente all’uso di sostanze sintetiche come le metamfetamine.
La cannabis crea degli invalidi, psichici e fisici e questo i giovani non lo sanno: farà perdere la testa, ma in molti casi anche la vita. E quando si ha la fortuna di rimanere vivi il risultato è quello di diventare una delle fotografie da aggiungere alla raccolta delle facce da metamfetamine.
Le informazioni sbagliate hanno tolto i ragazzi solo dall’ottica della droga sporca, quella del buco, dell’AIDS, dell’epatite C. Bisogna invece che tutti sappiano che le droghe c.d. leggere provocano ugualmente le morti e distruggono la vita delle persone quanto quelle pesanti.
L’ultimo effetto choc che ha concluso l’incontro, prima del dibattito con gli alunni, sono state queste parole del papà di Giorgia .” la partita di pasticche fra le quali c’era quella assunta da mia figlia era stata tagliata con veleno per topi, piombo e calce per aumentare il principio attivo della droga”.
Un’esortazione ragazzi: in discoteca non abbandonate mai il vostro bicchiere perché in un attimo possono aggiungere una pasticca o qualche goccia di acido ed è l’inizio della fine.
“Vuoi trasgredire? Non farti!” – questo è il messaggio che Giorgia ha lasciato come commiato a tutti.
Prof.ssa Giuliana Morelli
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