Centinaia di firme per riattivare la funivia per Monteviasco

La protesta dei proprietari di seconde case che chiedono la riapertura dell’impianto. “Ci hanno pure spedito a casa la bolletta dell’acqua”

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Maria Croci impugna i fogli vergati a mano e li mostra: sono 24 e contengono centinaia di firme per riattivare subito la funivia di Monteviasco.

La frazione di Curiglia è di fatto isolata dal novembre 2018 per il fermo dell’impianto a fune dovuto alla morte del manutentore, fatto per la quale la Procura ha attivato un’inchiesta, e la frazione è raggiungibile da allora solo a piedi attraverso una lunga scalinata nei boschi.

Ora, dopo due anni da quel fatto sono centinaia le firme raccolte dalla signora Croci (foto sotto)  che si è fatta promotrice della richiesta inviata al Comune frutto del disappunto di decine e decine di proprietari di seconde case che possono raggiungere solo con grande fatica le proprie abitazioni, ma anche di tante persone che conoscono Monteviasco, la amano, e vogliono poterci tornare.

«Ci sono anziani. Ci sono disabili che non possono arrivare a casa propria. Il punto è che a nostro avviso l’impianto è sicuro e può venir riattivato anche subito a fronte di una relazione del più autorevole organismo governativo di indagine sui disastri nazionali – ‘Digifema’ – abbia concluso che l’impianto non aveva alcuna lacuna rispetto alle norme vigenti. E questa relazione è datata 8 novembre 2019».

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La richiesta dei proprietari di seconde case è stata oggetto di una comunicazione ufficiale inviata al Comune lo scorso 15 novembre via posta elettronica certificata.

«Non abbiamo ancora ricevuto risposta. E auspichiamo che l’amministrazione ci dica qualcosa in merito», spiega Maria Croci, che ha ricoperto il ruolo di vice sindaco di Malnate qualche anno fa ed oggi è tuttora assessore ai servizi sociali sempre della cittadina alle porte di Varese.

La famiglia della signora Croci possiede un immobile in via Malcantone da oltre trent’anni e saltuariamente vi si sposta per trascorrere periodi di vacanza, «ma quest’anno, per ovvie ragioni io e mio marito siamo riusciti ad arrivare a Monteviasco solo un paio di volte, senza mai dormire. Lo stesso anche per l’anno precedente. Qualche giorno fa, poi, ci è giunta la bolletta dell’acqua da pagare: 100 euro. Un fatto che suona quasi come beffa sebbene si tratti della richiesta di pagamento della fornitura risalente al 2018: ci auguriamo che almeno la tassa dei rifiuti non arrivi», spiega Maria Croci.

«Vorremmo che il sindaco ci dia una risposta chiara su cosa intende fare per la riapertura dell’impianto, altrimenti ci siamo già rivolti a un legale: denunceremo per interruzione di pubblico servizio».

La vicenda di recente è stata pure al centro di una mozione che il consigliere regionale del Movimenti Cinquestelle Roberto Cenci ha annunciato di voler presentare in Regione per richiedere l’immediata apertura dell’impianto «ancor prima della realizzazione delle manutenzioni straordinarie, destinandone però l’utilizzo esclusivamente ai residenti, sempre assistiti da operatori deputati a garantire la sicurezza dei fruitori».

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Pubblicato il 19 Novembre 2020
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