La Camera “salva” Bondi dalla mozione di sfiducia
Il ministro è al sicuro: bocciata la proposta delle opposizioni per 314 voti a 292. "Il colpo mortale alla cultura lo ha inferto la sinistra con i suoi tagli"
Con 314 no contro 292 sì (più due astenuti) la Camera ha bocciato le mozioni di sfiducia presentate dall’opposizione contro il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi. Risultato largamente previsto, e fra ssenze nelle opposizioni e l’apporto del cosiddetto gruppo dei "responsabili" il ministro ha passato anche questa forca caudina. La sua sedia era diventata rovente a seguito delle polemiche relative agli episodi di crolli nel sito archeologico di Pompei.
Il ministro si è difeso energicamente in aula, rigettando le accuse e anzi ribaltandole contro la sinistra – peraltro la parte politica da cui originariamente proviene egli stesso, da ex comunista convertito sulla via di Arcore. "Il colpo mortale alla cultura" lo avrebbero dato i governi di centrosinistra dando "150 milioni di euro in meno alla cultura", ha detto il ministro. E non sarà certo l’attuale aria di tagli a porre rimedio. Bondi, rivendicata la sua azione e ammessa qualche manchevolezza, fra gli applausi dei suoi chiedeva obiettività nella valutazione e attaccava i suoi detrattori: «Siete davvero interessati a discutere di cultura, o avete altre intenzioni?» e bollava di «ennesima spallata al governo» e di «cinismo della politica» l’iniziativa della sfiducia individuale nei suoi confronti.
Parole non lievi erano volate in aula durante la discussione, benchè già si sapesse quale sarebbe stato l’esito al volo. Il Pd, con Michele Ventura, ribadisce la richiesta di dimissioni: di Bondi e di Berlusconi. ”Questo Paese ha bisogno di un cambiamento radicale e di un nuovo governo". Sempre molto dura Italia dei Valori, che con il deputato Pierfelice Zazzera che tra l’altro al ministro ha dato del «giullare di corte», osservando che Bondi «è il peggior ministro della Cultura», «disonora il Paese» e «meriterebbe un metaforico calcio nel sedere» ossia quel benservito che come si è visto, non è andato in porto.
Fanno spallucce invece i seguaci di Gianfranco Fini, che verificano come la maggioranza sia appesa ai suoi 314 scudieri, gli stessi che il 14 dicembre salvarono Silvio Berlusconi e il suo governo – prima che esplodesse in tutta la sua gravità la vicenda Ruby, che pure in Parlamento non ha smosso affatto le posizioni.
L’Udc aveva votato contro Bondi, di cui, dichiara, pur rispettando la persona non capisce la politica, specie a fronte di "tagli iniqui e dannosi", di e una maggioranza che sembra considerare la cultura "un bene superfluo a cui si può rinunciare tranquillamente", mentre "è necessaria all’uomo come il pane” (così Buttiglione).
Per il centrodestra ancora una volta vincente, Cicchitto (Pdl) rilevava ostilità verso il capo del governo nella mozione, ”dissennata", che considera in realtà, ironicamente, ”un contributo al consolidamento del governo di cui vi ringraziamo”.
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