Caro Governatore, così si annienta un’intera generazione di studenti
Lettera aperta di un docente delle scuole superiori che chiede programmazione perché le lezioni in presenza possano continuare. Chiede programmazione e un impegno concreto per potenziare i trasporti
Tutti gli studenti rientreranno in aula dal prossimo 7 gennaio. Per le superiori si tratterà del 75% della popolazione, con un sistema di alternanza per permettere un movimento ridotto da e verso la scuola. Il tema dei trasporti, però, rimane ancora delicato. Il mondo scolastico chiede garanzie per non dover rimetterci ancora. Pubblichiamo la lettera aperta di un docente al Presidente Fontana
Caro Governatore,
sono fiorentino, ma vivo da 28 anni nella città che lo ha visto esercitare la carica di sindaco, e sono un appassionato docente di matematica di una scuola secondaria di II grado.
Sarà per la passione, e per un innato “senso del dovere”, parola desueta e sconosciuta a molti, che, pur amando il mio lavoro e, soprattutto, la parte riguardante il rapporto con gli alunni, ho deciso di provare a dare il mio contributo accettando l’incarico di vice preside, in questo momento particolarmente difficile, mettendo a disposizione le mie (presunte) capacità di organizzazione e conoscenze sulla sicurezza che provengono dalla professione di ingegnere edile, abbandonata per l’insegnamento.
Nella sua ordinanza del 21 ottobre, Lei ha assunto misure più severe di quelle emanate dal Governo (di un’altra parte politica), portando la didattica a distanza nelle scuole al 100%, per poi gridare allo scandalo per le misure troppo severe nei confronti della Lombardia, divenuta zona rossa (e pensare che la “rossa Toscana” stava per essere denominata zona verde, ironia della sorte).
Ma non è il rosso ad averla infastidita, quanto lo “schiaffo” alla “produttiva Lombardia”, perché secondo Lei va bene svuotare le scuole, che “non producono”, ma non la chiusura di chi produce.
Alla luce di ciò, immagino sia impossibile per Lei comprendere l’abbandono di una professione “redditizia e produttiva” per entrare a lavorare nell’ “improduttiva scuola”, così come riuscire a capire quanto sia importante il rapporto diretto tra insegnante e alunno, che è proprio quello che mi manca di più e che spero venga ripristinato al più presto.
Il fatto è che Lei, insieme a tanti politici che si sono alternati nei vari governi del Paese, non vuol vedere la scuola come realmente andrebbe vista, e cioè un investimento per il futuro e, dal vostro punto di vista, quindi, anche un “investimento produttivo a lungo termine”: i ragazzi di oggi rappresentano le future produzioni, che fa sì rima con elezioni, che rappresentano l’obiettivo degli interventi di tutti i politici, ma che, purtroppo per voi, si susseguono troppo rapidamente per farvi guardare al vero sviluppo del Paese.
In mezzo a questi “giochi di potere”, c’è una nazione, e la Sua regione, che dovrà fare i conti con l’impoverimento culturale di una generazione di studenti (ci sono già fior fiore di studi internazionali), che ora sono improduttivi ma che non dovrebbero più esserlo in futuro, e la nuova povertà di tante persone che non riescono, loro malgrado, a produrre ancora, per colpa dell’epidemia.
Ed il punto è proprio questo, l’epidemia del COVID-19.
Non è uno scherzo, né un’invenzione; sta facendo morti in tutto il mondo, e anche in Lombardia, anche molto vicino a ognuno di noi. Tutti sapevamo che sarebbe arrivata la seconda ondata, dopo che la prima aveva risparmiato, ad esempio, la città di Varese, ma qualcuno ha affermato che era un’esagerazione o che non si potevano ostacolare le varie attività, o, più semplicemente, non ci si è voluti organizzare per tempo.
Per giustificare la DAD al 100%, si è affermato che la scuola è stata uno dei principali veicoli di contagio, quando invece, in qualità di referente Covid, ho potuto verificare che non è stato esattamente così.
Noi immettiamo i dati aggiornati relativi al nostro Istituto ogni lunedì, ma tra la miriade di numeri che vengono pubblicati quotidianamente, non ce n’è uno che riguardi gli Istituti Scolastici. Così siamo costretti ad analizzare ad esempio quelli sui contagi per fasce di età, che sembrerebbero dare ragione a Lei, ma i dati
(ne è un esempio la querelle tra Stato e Regioni, per passare da un colore all’altro), bisogna saperli interpretare, e le porto il semplice esempio del mio Istituto, che non conta alcun contagio interno.
Su un totale di 1437 studenti, ne ha avuti 22 positivi dall’inizio della scuola fino all’ultimo giorno in presenza (23 ottobre), altri 9 fino al 14° giorno dopo il termine delle lezioni a scuola (6 novembre), e altri 24 alunni dal 15° ad oggi, con gli studenti sempre a casa, e quindi sicuramente senza alcuna responsabilità da parte della scuola.
Io penso, e non sono il solo, che il vero “veicolo di contagio scolastico” siano stati i trasporti degli studenti ma, quando c’era ancora tempo, nessuno ha voluto investirci, rimbalzandosi la responsabilità (politica).
Queste “schermaglie” hanno contribuito, unite ad altre cause, a questa situazione di crescita di contagi non più sopportabile dal sistema sanitario (investire nella sanità e nell’istruzione non era un puro slogan, come qualcuno mi diceva) e qualcuno è stato costretto a fermare tante attività in nome della salute dei cittadini, perché, e credo che dovrebbe essere d’accordo anche Lei, avere tanti lavoratori malati (o peggio) non aumenta di sicuro la produzione.
Certo, pensare a studenti e pensionati come persone “sacrificabili”, perché non produttive, non fa bene alla politica, che spero possa un giorno guardare oltre le prossime elezioni.
Sono anche consapevole di parlare da una posizione di privilegio, quale fruitore di uno stipendio sicuro, ma non mi sono mai tirato indietro, nemmeno in questi momenti, tant’è che continuo a lavorare in presenza.
Adesso la Lombardia ha cambiato colore, diventando arancione, e la notizia, per me positiva, di un possibile rientro a scuola in presenza dal 7 gennaio 2021, ci ha rimesso al lavoro, dal punto di vista organizzativo, per farci trovare pronti, nel caso dovesse essere confermata.
Perché il rispetto che dobbiamo ai medici e gli operatori sanitari, che tutti chiamavano eroi la scorsa primavera, e a quelli che non ce l’hanno fatta, dovrebbe tramutarsi in un impegno continuo per evitare il ripetersi di quelle immagini, al di là degli schieramenti politici e delle schermaglie faziose: ognuno nella propria posizione, ognuno per la propria parte.
Vogliamo remare tutti nella direzione della stabilizzazione della salute pubblica, evitando una terza ondata, per poi cercare di recuperare la situazione economica? E se le scuole dovessero riaprire a gennaio, qualcuno “al Pirellone” si è attivato per mettere finalmente mano al “problema trasporti”, in modo da essere pronti?
Perché questo problema va affrontato, e bisogna pensarci per tempo se non vogliamo rendere vani i sacrifici.
O la speranza è che la scuola rimanga chiusa fino a giugno?
La prossima estate penseremo allo svago e a dimenticare, cercando di “far girare l’economia” in maniera indiscriminata, senza la dovuta prudenza, in modo da essere costretti a chiudere di nuovo le scuole a
settembre?
Vogliamo “annientare” una generazione intera di studenti?
Buon lavoro Governatore, ma cominci a pensare ai trasporti, alla scuola e alla sanità, non solo nell’emergenza.
La parola programmazione non è importante solo nella scuola: da noi si chiama “didattica”, ma sicuramente l’improvvisazione, nel lungo termine, non funziona in nessun campo, sia esso politico che economico.
Questa, almeno, è la mia personalissima opinione.
Stefano Alterini, docente di scuola secondaria di II grado.
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Mi scusi Prof, ma tutti questi “geni ed eroi” che circolano per il paese, che stanno annientando L’Italia non sono usciti dalla scuola ” in presenza”? Quindi caro prof magari dalle “sofferenze” della scuola a distanza usciranno i Ragazzi che finalmente riusciranno a far rinascere l’Italia.
Lei perchè è così pessimista è parla come già sapesse come va a finire. Ha per caso dei pregiudizi sulla DAD, ma lei sa come funzione la Dad o ha visto tutto da lontano, senza Dad le rimarrebbero i piccioni o colombe viaggiatori che pero circolano solo a Pasqua non a Natale. E poi come prof dovrebbe sapere che la sintesi nella scrittura e tutto , troppe parole troppo di tutto. Saluti e Auguri
Buongiorno Sig. Bassani, come Lei ben sa noi non ci conosciamo e tantomeno conosco o ho rapporti con il Sig. Alterini che a mio avviso ha ben ragione di professare la sua contrarietà circa la didattica a distanza.
Va da se che in questo periodo probabilmente in alcuni casi non se ne può fare a meno. E’però altrettanto vero che molti esponenti politici sono noncuranti della salubrità dei loro cittadini se non partecipano profiquamente al redditto o, se preferisce, al Prodotto Interno Lordo. Ciò che è successo nella Valle Seriana, nel bresciano e non da ultimo le dichiarazioni del Governatore della Liguria circa i pensionati ce lo dimostrano senza pudori e/o reticenze.
Non sono un insegnante e in nessun modo ho a che fare he fare con il mondo della scuola (nemmeno figli, nipoti, parenti e/o conoscenti), ma personalmente credo che i “geni ed eroi” attuali che Lei cita siano stati preceduti, non molto tempo prima, da altrettanti fenomeni che hanno studiato in presenza e non credo proprio che dalla didattica a distanza possano uscire dei moderni “geni” liceali (e non solo) che sanno solo tappare velocemente ma male su una tastiera, che senza una calcolatrice non sanno fare un banale calcolo dei segni (non parlo di matematica combinatoria o computazionale), che ci dicono e scrivono “io ò andato” oppure “il cassetto lo aperto”, e potrei continuare. Se il sapere base è questo, figuriamoci il successivo livello culturale che ne consegue!!!
Vede Sig. Bassani, ai tempi dei colombi e piccioni viaggiatori e aggiungo delle carrozze e delle 600, lo studio diretto della sintassi, del calcolo, delle scienze, delle regole filosofiche e geometriche, ecc., era una continua scoperta che ha fatto avanzare la società e le tecnologie, e se oggi servissero i colombi questi sarebbero ancora benvenuti.
Tanto per banalizzare vorrei farLe presente che i ponti e le strade di adesso cedono per un non nulla, mentre alcune condotte idriche romane e vie consolari, nonchè molte strade del 1800 sono ancora utilizzate senza problematiche particolari, quindi……. che ben tornino i piccioni viaggiatori.
In quanto alla sintesi, la Sua sarà pure succinta ma, a mio parere priva di senso costruttivo, di continuità descrittiva, e soprattutto di soluzionied è solo critica scontata. Forse qualche ripasso sul sunto ricapitolativo non Le farebbe male.
Le segnalo infine che l’abbreviazione di Professore è Prof., con il punto e non con la virgola ed andrebbe sempre scritto allo stesso modo, questo solo per il rispetto della lingua italiana e della sua punteggiatura, anche se per Lei questa è una bazzecola che non porta reddito.
Do invece merito e ringrazio il Sig. Alterini per il semplice quanto banale fatto di essere un insegnante e di avere dimostrato con la sua missiva, condivisibile o meno, la passione per la sua professione e per l’importante quanto indispensabile lavoro che svolge per un futuro migliore dei ragazzi.
Certo, anche io non ho peccato di sintesi, ma ne me vanto!
Cordialità.
Rolando Saccucci