Lettera aperta di Aime ai parlamentari: “Non avremo una seconda possibilità”
Il presidente Giuseppe Albertini e il segretario generale Gianni Lucchina sollecitano l'esecutivo e gli eletti a tenere un comportamento responsabile verso il Paese
I vertici varesini di Aime, Associazione imprenditori europei, hanno indirizzato una lettera aperta al governo e a tutti gli eletti che siedono in parlamento. Il presidente Giuseppe Albertini (nella foto) e il segretario generale Gianni Lucchina sollecitano l’esecutivo e i parlamentari a tenere un comportamento responsabile verso il Paese e a prendere i provvedimenti necessari per fronteggiare la crisi. L’associazione di categoria cita Papa Francesco: «Ci salveremo solo insieme».
Il Paese sta attraversando una crisi economica senza precedenti. La causa è esogena al sistema economico, ma ha rivoluzionato il rapporto tra le persone e la società in maniera perentoria. Gli effetti hanno colpito e stanno colpendo gran parte delle attività e tutti i cittadini anche nel loro agire quotidiano. In più le limitazioni imposte dai Governi hanno alterato la vita di ogni singola persona creando paure ed incertezza, e devastando interi settori economici non considerati “essenziali” come turismo, ristorazione e spettacolo.
Diamo atto che l’Unione Europea, proprio nel mezzo di questa sofferenza, si è dimostrata Europa dei popoli mettendo a disposizione il Recovery Fund, il piano di finanziamenti e aiuti a fondo perduto che verrà erogato direttamente dall’UE, in misure e forme diverse agli Stati membri, per sopperire alla crisi e rilanciare intere economie di settore. Allo stesso modo va dato atto ai nostri rappresentanti di aver ottenuto garanzia di erogazione di oltre 209 miliardi di euro entro il 2026, grazie all’aver saputo raccontare e dimostrare a tutti gli altri Paesi membri che l’Italia è stato il primo ed uno dei più colpiti dalla pandemia: sia da un punto di vista epidemico che economico. La situazione è grave e opprimente, e come in qualsiasi periodo buio, ogni scelta ritardata pregiudica delle possibilità. È opportuno dunque restringersi a cerchio, non dividersi anzi ricercare una ancora più ampia condivisione degli obiettivi con il coinvolgimento di tutte le forze politiche. Le migliori menti e le forze buone e propositive del Paese devono assolutamente cogliere queste opportunità. Non possiamo pensare che avremo una seconda possibilità. La politica deve essere un vaso di raccolta di istanze provenienti da commercianti, imprese e attività produttive; e al tempo stesso forza motrice di una legislazione nuova, volta a investimenti utili per il medio e lungo periodo. Al contrario, in questi giorni la crisi politica che avvolge le forze di maggioranza di Governo è una dimostrazione di immaturità e inefficienza. Il teatro che avvolge l’approvazione del Recovery Plan e dei suoi stanziamenti nei vari settori è oggetto di una disputa più che altro mediatica, in cui la politica non riesce a dare la visibilità ai progetti su cui poter legittimamente esprimere giudizio e su cui lavorare. Non si riesce a capire neanche da dove derivino le divisioni! Riteniamo grave questo perseverare in giochi di Palazzo: crisi di maggioranza, totoministri, voto anticipato, rimpasti, battibecchi tra Regioni e Stato mirati unicamente al legittimo ma discutibile (visti i tempi) interesse di partito. Come è possibile non essere preoccupati ad assistere a questo gioco delle poltrone mentre i nostri ragazzi non riescono ancora ad andare a scuola in presenza, molte imprese stanno chiudendo, molti lavoratori hanno perso il lavoro, aumentano a dismisura i casi di povertà, la maggioranza delle imprese sta ancora aspettando i ristori, molte attività sono chiuse per dpcm da settimane.
C’è bisogno di certezze, di credito, di sostegno e del rinvio ulteriore delle tasse per tentare di uscire da questa emergenza. Se per fare questo serve un altro Governo fatelo ma subito e senza che il tutto ricada sui cittadini e sulle imprese. La crisi, nel frattempo, sta ritardando la erogazione dei ristori, della cassa integrazione ancora attesa da milioni di lavoratori, senza pensare cosa significherebbe ritardare la presentazione in Europa del Recovery Fund.
Aime, dando voce ai propri associati, non può tacere. È nostro dovere esortare le forze governative e di opposizione affinché avvenga una sintesi prolifica di idee ed iniziative in tempi molto brevi, affinché la ripartenza delle attività ed il rilancio dei consumi siano attuati il prima possibile. Bisogna essere più veloci nel progettare lo sviluppo, avviando subito, in tutte le sedi, il confronto con le realtà associative e di rappresentanza per costruire “assieme” il futuro nostro e dei nostri figli.
Forse dovremmo cogliere non solo a parole gli accalorati appelli del Pontefice: parliamo di “noi” non dell’”io”, ci salveremo solo assieme, nessuno da solo sarà in grado di superare questa emergenza. Per questo serve ed esigiamo il massimo senso di responsabilità dalla politica.
Varese, 12 gennaio 2021
Il presidente Giuseppe Albertini e il segretario generale Gianni Lucchina
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