Un 2020 difficile per “La Finestra” di Malnate ma un lascito importante porta il lieto fine 

L'organizzazione di volontariato che si occupa di ragazzi con disabilità traccia un resoconto di un anno molto complicato. Ma un’eredità ha portato un po’ di sereno

Generico 2018

Il 2020 è stato un anno che ha cambiato la vita delle persone, anche le associazione hanno dovuto fare i conti con il virus. La Finestra di Malnate, l’organizzazione di volontariato che si occupa di ragazzi con disabilità intellettive e relazionali, ha dovuto rivoluzionare la propria organizzazione. L’anno appena concluso non è stato quindi positivo – tutt’altro – ma un “lieto fine” lo ha portato un’importante donazione ricevuta tramite lascito testamentario. Un raggio di luce che proverà a portare il sereno nel futuro della Onlus di via Di Vittorio.

Anche per La Finestra il 2020 è stato un anno orribile.

Avevamo tanti progetti e tanta operatività da sviluppare, in aggiunta e a sostegno di quella tradizionale e consolidata di educazione all’autonomia di soggetti diversamente abili in stretta e costante relazione con il territorio e con le altre, tante, associazioni espressione del volontariato.

Avremmo voluto completare il percorso di occupazione dei nuovi spazi pensati e realizzati per la permanenza domiciliare dei soggetti assistiti per i quali La Finestra intende essere anche una famiglia, quando quella naturale viene a mancare o cerca sollievo per un periodo più o meno breve.

Avevamo da sviluppare e far crescere l’idea dell’utilizzo ecosostenibile, a fini educativi ma non solo, del terreno agricolo che ci era stato donato.

Stavamo realizzando migliorie importanti nella sede della Cooperativa, per rendere più funzionale il magazzino e per consentire un ricovero adeguato agli automezzi utilizzati per le attività.

A inizio 2020 eravamo, insomma, nella fase delicata in cui i progetti stanno prendendo forma e li si  sta attuando, con lo sguardo rivolto al futuro.

Il Covid è invece arrivato, senza preavviso, a ricordarci le nostre fragilità e a gelare non solo progetti, idee e lavori ma anche la vita normale della Cooperativa.

Eravamo, come tutti, impreparati e impotenti di fronte a un qualcosa che sfuggiva e stravolgeva il fluire naturale delle cose e abbiamo cercato di adattarci a una situazione nuova ed inedita, di cui era molto difficile immaginare l’evoluzione e i tempi.

E così, anche per l’assenza di indicazioni precise da parte degli organismi che avrebbero dovuto darle, abbiamo prudenzialmente preso la decisione sofferta di chiudere il Centro per il periodo di lockdown, mantenendo aperto solo il residenziale per gli ospiti che già ci vivevano, ci siamo avvalsi della cassa integrazione per i collaboratori, che per altro dobbiamo ringraziare per essere rimasti fedeli e disponibili anche in quel passaggio delicatissimo. Abbiamo dovuto rinunciare all’attività preziosa e per certi aspetti insostituibile dei tanti volontari – che ci aiutavano quotidianamente – e ci siamo trovati a maggio a dover ridisegnare il da farsi in una realtà nuova e diversa, prestando grande attenzione e cura alle misure di contenimento dell’epidemia.

Abbiamo ripreso gradatamente e selettivamente le attività che si potevano fare nell’immediato, pensando e in certo qual senso illudendoci che dall’incubo si potesse gradatamente uscire.

Come sia effettivamente andata è storia di ieri e, purtroppo, anche di oggi.

Il virus ha ripreso a circolare e condizionare pesantemente le nostre vite, noi continuiamo a operare a scartamento ridotto, con prudenza e gradualità ma anche consapevoli che con ogni probabilità anche nel 2021 ci sarà da soffrire e che tornare alla normalità, quella degli abbracci e delle speranze, richiederà tempo e fatica.

Ovviamente l’anno che si è cercato di descrivere nella sua cupa evoluzione ha comportato anche problemi di natura economica e finanziaria. Si è accennato prima all’utilizzo degli ammortizzatori sociali per mantenere intatta la risorsa, per noi fondamentale, rappresentata dai collaboratori e si è fatto ricorso, quando possibile, alle misure di ristoro disposte dal Governo.

I Comuni con i quali abbiamo convenzioni si sono dimostrati collaborativi e di questo li ringraziamo.

Ma tutto questo non sarebbe bastato, se anche per noi non fosse arrivata la donazione di un’anonima benefattrice, che ha destinato il suo patrimonio mobiliare a diverse realtà associative. 

Per noi questo evento, che ci consente di guardare al futuro con meno apprensione, è il riconoscimento per la nostra presenza sul territorio, per quello che facciamo e per cosa rappresentiamo in termini di solidarietà e di coesione sociale; ma è anche un qualcosa che impone un impegno di responsabilità ancora maggiore di quello che La Finestra ha voluto e saputo esprimere negli anni.

Noi ringraziamo di cuore la persona che ha apprezzato il nostro lavoro e ci ha gratificato della sua generosità, che ci impegniamo a valorizzare non solo con le parole ma anche e soprattutto con la concretezza del nostro impegno futuro.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Febbraio 2021
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