Accam, la posizione dei Cinquestelle di Busto Arsizio
La nota di Claudia Cerini M5S Busto Arsizio, in merito alle vicende dell'inceneritore. “La vera economia circolare è la riduzione dei rifiuti e il recupero delle materie"
Riceviamo e pubblichiamo la nota di Claudia Cerini M5S Busto Arsizio, in merito alle vicende dell’inceneritore Accam
Dalla stampa leggiamo che quasi il 70% sei sindaci presenti alla riunione di ieri approva la delibera di Accam per la messa in sicurezza dell’impianto. che chiede di valutare un nuovo piano industriale in 10 giorni.
Legnano si astiene chiedendo garanzie per il terreno (per almeno 25 anni) e tutela per gli investimenti di Amga, gli altri i soci chiamano in causa anche Alfa, oltre ad Agesp, Amga e Cap Holding.
Anzitutto Alfa, società dell’idrico, nulla c’entra con il tema dei rifiuti e se dovesse fare investimenti deve dare priorità alla rete fognaria e dell’acqua potabile di Busto Arsizio che sono anni che aspetta di essere ammodernata.
Cap Holding invece, società che gestisce i servizi idrici in Provincia di Milano, ha già spiegato in una lettera ai soci che entrerà in gioco, forse, solo in un secondo momento, quando l’impianto è già stato messo in sicurezza.
Rimangono in gioco Amga e Agesp che dovranno decidere come suddividersi gli oltre 11 milioni di debiti della società e i successivi investimenti.
Agesp gestisce il settore igiene ambientale che è un servizio che fornisce al Comune in base a un canone annuo che i cittadini pagano con la tari (tari che il Comune ha già aumentato due volte negli ultimi 5 anni per coprire interamente i costi del servizio).
Da dove arriveranno i soldi che entro aprile devono essere versati ad Accam come “provvista ponte”?
E poi i successivi versamenti e gli investimenti necessari per ammodernare l’impianto?
I cittadini di Busto Arsizio devono capire che questo salvataggio non è a costo zero, ma ricadrà in gran parte sulle loro tasche.
Per quanto riguarda Amga faccio notare che su 27 soci che votano in assemblea di Accam solo 6 sono anche soci di Amga e, di questi sei, due soci si sono astenuti (tra cui Legnano socio di maggioranza), e uno ha votato contro in disaccordo con il piano proposto. Quindi il percorso sembra tutto in salita.
Ricordo anche che l’Europa ha già detto che investimenti su inceneritori/termovalorizzatori non dovranno essere finanziati dal prossimo recovery fund, un’ulteriore passo per incentivare quella che è considerata la vera economia circolare, ovvero la riduzione dei rifiuti e il recupero delle materie, non quella fittizia legata ai termovalorizzatori caldeggiata da Antonelli e Farioli.
Claudia Cerini
M5S Busto Arsizio
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