Ilaria Cucchi: “Sono qui per aiutare Lucia Uva”
La donna è giunta a Palazzo di giustizia con la sorella di Stefano Cucchi, il ragazzo morto in carcere a Roma probabilmente a causa di violenze
«Spero che si faccia chiarezza, perché so bene che cosa provano i familiari quando si sentono vittime di una violenza così grande». C’era anche Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, morto in un carcere romano, ad assistere alla udienza preliminare per la morte di Giuseppe Uva. Ha atteso la conclusione in corridoio con i parenti. E ‘ una donna che ha ormai imparato cosa voglia dire essere soli di fronte al dolore e per quetso ha voluto stare vicino alla famiglia Uva, che partecipa con altri alla costituzione di un’associazione dei familiari di morti per violenze da parte di rappresentanti dello stato. (nella foto, Ilaria Cucchi e Alberto Bigioggero, amico di Beppe)
Le morti sospette nelle carceri italiane – e non solo – sono oramai un caso mediatico ma rimane pur sempre una contraddizione da superare prima di entare nel territorio della verità. «E’ difficile che lo Stato accetti di processare se stesso, imbarazza e questo lo capisco – spiega la donna – non voglio dire che tutti i casi siano uguali, so che potrebbero esserci delle differenze tra la morte di mio fratello e quella di Giuseppe Uva, tuttavia credo che Lucia sia una donna coraggiosa che ha diritto a sapere come stiano le cose».
Ilaria Cucchi è giunta a palazzo di giustizia con Fabio Anselmo, l’avvocati di Ferarra che si occupa anche del suo caso e di quello di Federico Aldovrandi, picchiato dai poliziotti e morto in una strada di Ferrara. «Da quando le nostre vicende sono diventate di dominio pubblico – spiega la Cucchi – credo che siano cambiate molte cose – per esempio il parlamento ha tolto quel protocollo che impediva ai medici dei carceri di riferire ai parenti le condizioni dei loro cari. Questa mi sembra una bella conquista».
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