Moto nei boschi, gli enduristi non ci stanno: “Siamo una risorsa. Servono regole e non divieti”
Dopo l'appello delle Gev del Plis Insubria Olona che chiedeva ai motociclisti di stare fuori dai boschi ecco la replica di un endurista: "La quasi totalità di noi ama l'ambiente e lo rispetta"
L’articolo nel quale le guardie ecologiche volontarie del Plis Insubria Olona hanno denunciato la presenza di motociclisti nei boschi a bordo di moto da enduro o quad non è andato giù ai molti appassionati di questa specialità del motociclismo. In tanti hanno commentato sotto il post Facebook sulla pagina di Varesenews spiegando che gli enduristi non sono un problema per i nostri boschi ma una risorsa.
Moto e quad nei boschi della Valle Olona, le Gev: “Pericolosi, illegali e non sostenibili”
Anche Alessandro Natali, legnanese e frequentatore dei boschi a cavallo tra Basso Varesotto e Alto Milanese, ha voluto dire la sua: «Faccio parte di un gruppo amatoriale di enduristi e sono dispiaciuto per come viene discriminata e criminalizzata la nostra presenza nei boschi. Se hai la moto sei un delinquente».
Natali è consapevole del fatto che tra i motociclisti ci sono anche quelli strafottenti e pericolosi ma «parliamo di una percentuale che non supera il 5%. Il resto di noi ha grande rispetto per i boschi che frequenta e anche degli animali e delle persone che li vivono. Noi, ad esempio, se vediamo in lontananza qualcuno a cavallo spegniamo i motori e attendiamo il passaggio per non spaventare. Sulla questione delle uova di rana nelle pozzanghere non starei neanche a replicare perchè anche il passaggio di un cavallo o di una bicicletta farebbe lo stesso danno».
Natali è conscio anche del fatto che la legge regionale vieti questa attività: «So bene che non è legale ma allora dovrebbero vietare anche la vendita di queste moto che sono fatte apposta per questo tipo di percorsi. So che la federazione ha provato più volte a far cambiare idea al legislatore ma senza riuscirci. Se ci fosse una regolamentazione molti sarebbero anche disposti a pagare per poter girare nei boschi. Con i soldi che si ricaverebbero si potrebbe investire nella cura di queste aree verdi che spesso sono abbandonate e a disposizione di chi scarica rifiuti illegalmente o spacciatori».
Natali conclude: «La gran parte degli enduristi non solo ama la natura ma si prodiga anche con interventi di manutenzione e di pulizia. Spesso siamo anche un deterrente per chi vuole usare i boschi per affari illeciti. Non siamo noi il male dei boschi».
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