“Blindati” in casa dal giudice: i ragazzi di Cassano e Malnate finiti nei guai per la rissa
Alcuni anche senza telefono e social, che nella vicenda della rissa hanno avuto un bel ruolo. Qualcuno di loro però ha 14 anni e non è neppure imputabile. Italiani e stranieri di origine, ma per loro conta una sola divisione: quella tra le due "gang"
Ragazzi e ragazze, italiani “doc” e stranieri di seconda generazione, cresciuti in Italia. Ma sono differenze che contano poco, perché per i partecipanti alla maxirissa di Gallarate conta una sola cosa: la divisione tra quelli di Malnate e quelli di Cassano, più forte di ogni frontiera.
Polizia, Procura di Busto Arsizio (con il Pm Nadia Calcaterra) e Procura per i minorenni di Milano hanno denunciato trenta persone, solo cinque maggiorenni.
Situazioni diverse, lo racconta anche la reazione dei genitori. «In un caso basti dire che non volevano neppure aprirci la porta» raccontano gli inquirenti, per dare l’idea di come alcuni genitori hanno “coperto” i figli. Ma il luogo comune dei genitori che giustificano i figli è contraddetto invece da altre chat intercettate durante le indagini, da cui è emerso che alcuni – dopo la rissa – erano quasi più preoccupati dalla reazione dei genitori che di quella della Polizia.
In ogni caso le conseguenze sul piano legale sono significative: diciassette ragazzi e ragazze sono stati sottoposti a misure cautelari. Uno è finito agli arresti domiciliari, perché aveva precedenti penali per lesioni (commesse quando era minorenne) e in più era anche sottoposto all’obbligo di presentazione per un furto commesso a a Varese. A lui – oltre che rissa aggravata e lesioni – viene contestato anche il pestaggio del 14enne, attuato con un manganello portato da casa.
Un altro ragazzo (incensurato) ha avuto la misura dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza. Una ragazza ha portato uno dei borsoni contenenti le armi improprie usate, bastoni, catene. Sette dei minorenni hanno avuto la misura dell’obbligo di permanenza a casa (con divieto di comunicare con qualsiasi mezzo, “anche telefonico o telematico”: in questa vicenda i social e la messaggistica hanno un ruolo importante). Gli altri otto dovranno stare alla larga da pregiudicati e stupefacenti, ma soprattutto dovranno farsi trovare a casa entro le 19.
«E in più ventisette di loro (quasi tutti, ndr) la Questura ha avviato il procedimento per emettere il Daspo urbano “Willy” che prevede il divieto d’ingresso nelle aree centrali di Gallarate dove si sono verificati i fatti», spiega Luigi Marsico, dirigente del commissariato di Gallarate, che ha lavorato fianco a fianco con la Mobile di Varese (Il Daspo “Willy” è la misura di prevenzione rafforzata dopo il caso di Willy Monteiro a Colleferro).
I ragazzi delle due gang fanno riferimento soprattutto – come residenza – a Malnate e Cassano Magnago. Il gruppo di Malnate è composto da italiani di nascita e da “seconde generazioni” soprattutto di origine nordafricana e dell’Africa centrale, mentre il gruppo di Cassano è composto soprattutto da italiani, con alcuni ragazzi cresciuti in Italia ma di origine albanese.
Qualcuno dei partecipanti – come il ragazzo ferito più seriamente, braccato in via Mercanti – non è neppure imputabile, perché ha 14 anni.
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