Verso la valutazione settimanale: i dati della Lombardia sono ancora da zona rossa
Questa settimana è prevista la decisione che farà entrare in vigore i nuovi regimi di restrizione da martedì 6 aprile. La Lombardia è ancora al di sopra della soglia di rischio dei 250 nuovi contagi settimanali ogni 100mila abitanti
Come tutte le settimane la cabina di regia nazionale sull’emergenza pandemica guidata dall’istituto Superiore di Sanità si riunisce di venerdì per valutare i parametri delle regioni e stabilire le nuove fasce di colore.
Questa settimana è prevista la decisione che farà entrare in vigore i nuovi regimi di restrizione da martedì 6 aprile, dopo il periodo pasquale per il quale è già stata stabilita la zona rossa nazionale. Le decisioni, come definito dal nuovo decreto del Governo, avranno solo due possibili sbocchi: la zona arancione e la zona rossa visto che le zone gialle non saranno possibili almeno fino al 30 di aprile.
All’appuntamento di domani, è inutile girarci intorno, la Lombardia si presenta con un parametro che non consente l’uscita dalla zona rossa: l’incidenza dei nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti. Ma vediamo più nel dettaglio tutti i parametri della regione.
La prima valutazione prende sempre in considerazione il livello di pressione sulle strutture ospedaliere e la Lombardia è ancora, decisamente, sotto forte pressione con i reparti covid ancora pieni di pazienti e le terapie intensive molto vicine al livello massimo raggiunto durante la seconda ondata di ottobre e novembre. Un segnale positivo è che entrambi gli indicatori (ricoveri e terapie intensive) a livello regionale sembrano aver raggiunto il picco ma non hanno ancora cominciato a diminuire.
Sulle ospedalizzazioni ci sono poi da fare dei distinguo: un conto è il dato aggregato a livello regionale e un altro l’impatto sulle singole province o aziende ospedaliere. Gli ospedali varesini della Asst Sette Laghi, ad esempio, sono arrivati a quella soglia di ricoveri oltre la quale è previsto una drastica riorganizzazione dell’attività ospedaliera che scatta solo nella fasi più acute dell’emergenza (LEGGI QUI L’ARTICOLO DI APPROFONDIMENTO).
L’indice Rt
Con questo quadro la valutazione dell’impatto sulle strutture sanitarie garantisce alla Lombardia una fascia di rischio alta e sposta l’attenzione sull’indice Rt, il tasso di replicazione del virus. Qui c’è un segnale positivo perché, secondo i dati trasmessi dalla Regione all’Istituto Superiore di Sanità, l’indice Rt si presenta in calo rispetto alla settimana precedente a 0,89. Un elemento che configurerebbe una situazione di “dati da zona arancione” se non fosse che per il passaggio di una regione da una zona all’altra sono necessarie due settimane in una classe inferiore all’attuale e che da marzo è stato inserito un altro vincolo per poter uscire dalla zona rossa.
L’Rt della Lombardia al 17 marzo, che verrà usato nel monitoraggio di venerdì, è pari a 0,89 (0,88 – 0,91).
A questo giro non c’è stato nessun stravolgimento dei dati passati, anche se qua e la c’è qualche cambiamento. pic.twitter.com/r0vOEQhIGZ
— Lorenzo Ruffino (@Ruffino_Lorenzo) March 31, 2021
L’incidenza dei nuovi contagi
Tra i vincoli per uscire dalla zona rossa è stata introdotta anche la necessità dei singoli territori di stare al di sotto della soglia dei 250 nuovi casi settimanali ogni 100mila. La media complessiva della Lombardia non riuscirà a scendere al di sotto di questa soglia poiché attualmente è a 275, con 8 province su 12 ancora oltre la fascia di rischio.
Con questi dati, come da preoccupazioni anticipate anche dal presidente lombardo Attilio Fontana, è molto probabile la permanenza della Lombardia in zona rossa anche la prossima settimana.
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