25 Aprile, Solbiate Olona riparte dalla storia dei suoi partigiani
Quattro pannelli con i volti e le storie di partigiani solbiatesi sono stati collocati a fianco del Monumento alla Resistenza a Solbiate Olona
![Partigiani solbiate olona](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2021/04/generica-2020-1217708.610x431.jpg)
Solbiate Olona non vuole dimenticare la sua storia. Per perpetuare la memoria di coloro che vissero e combatterono per la Libertà di tutti, ha scelto la data del 25 aprile, festa della Liberazione, per regalare ai solbiatesi una finestra sul passato.
![Partigiani solbiate olona](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2021/04/generica-2020-1217710.610x431.jpg)
Accanto al monumento alla Resistenza, situato all’ ingresso della scuola elementare, sono state infatti collocate quattro nuove targhe a ricordo dei partigiani solbiatesi deceduti durante la guerra. I volti e le vicende ricche di coraggio di Luigi Giudici, Pietro Moroni, Andrea Turconi e Stefano Ghioldi, quindi, potranno essere conosciuti e ricordati da tutta la popolazione, per non dimenticare chi si battè per la Libertà e la Democrazia.
![Partigiani solbiate olona](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2021/04/generica-2020-1217709.610x431.jpg)
Grazie ala ricostruzione fatta dal consigliere comunale Stefano Catone, inoltre, possiamo pubblicare la storia di Stefano Moroni e una lettera che scrisse alla famiglia:
Carissimi Genitori,
dolente sono a non avervi
potuto prima d’oggi dare
mie nuove; ma eccomi
informandovi del mio ottimo
stato di salute; e così spero
simile di voi tutti; viaggio
ottimo e spero appena vi
giunge questa mia con
premura mi date vostre
nuove, facendomi pervenire
quanto mi è necessario e
quanto mi abbisogna
di necessità.
Mi spedirete denari che ne
sono sprovvisto e una
cassettina formata a pacco
postale che non sia superiore a
kg. 9 fuori l’imballaggio.
Unirete cartine, tabacco,
fiammiferi, qualche cosa da
mangiare ma che sia roba
che non va a male lungo il
viaggio e pane secco e
un maglione e qualche paio
di calze. Attendo al più presto.
Vi fo un presente che ora sono
Germanese e addio Busto.
Arrivederci presto, vi bacio
e auguro ogni bene a tutti.
Con affetto vostro
aff. figlio
Pierino
«Giunge la primavera del ’44 e a lui – a Pierino, racconta il fratello Bernardo – tocca per sorte di essere l’esecutore materiale dell’attentato al commissario di Busto Mazzeranghi». L’attentato non va a buon fine e Pierino, cioè Pietro Moroni, nato il 6 ottobre 1906 a Solbiate Olona e componente della 102ª Brigata Garibaldi, è ricercato dalle autorità fasciste. Viene tradito da un delatore – pare un ex partigiano di Busto – e arrestato dalle Brigate Nere nell’estate del 1944. Viene interrogato e torturato a Busto, poi a Varese, e nell’ottobre 1944 è deportato al Campo di concentramento di Bolzano. E’ da qui che scrive l’ultima lettera ai suoi genitori. L’ultima tappa della sua deportazione è Ohrdruf, sottocampo di Buchenwald. Matricola 119320. Si spegne nel marzo 1945, a pochi giorni dalla liberazione del campo, avvenuta il 4 aprile.
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