San Fermo saluta il suo Giuseppe: “Vivrai per sempre nel cuore di chi resta”
Un applauso lungo e commovente ha accolto il feretro di Giuseppe Guzzi accompagnato da amici e parenti alla chiesa di Santa Maria per la cerimonia funebre. Il 24enne è morto in un incidente stradale
Un applauso lungo e commovente ha accolto il feretro di Giuseppe Guzzi accompagnato da amici e parenti alla chiesa di Santa Maria.
Ad attenderlo erano in tantissimi accorsi da tutto il quartiere per l’ultimo saluto a questo ragazzo di appena 24 anni scomparso in un incidente stradale la sera del 13 maggio nella strada centrale di San Fermo.
Oggi, per la cerimonia funebre proprio nel quartiere dove è cresciuto e dove tutti lo conoscevano, molti ragazzi sono venuti in moto, quella moto che era la passione di Giuseppe.
Tutta la comunità di San fermo si è riunita per venire a dargli un ultimo saluto. “San Fermo piange suo figlio”, recita uno degli striscioni appesi di fronte al parco della chiesa, vicino ad un altro nel segno del ricordo: “Vivere nel cuore di chi resta significa non morire mai, ciao Peppe”.
«Credo che siano quattro le parole che Dio sta pronunciano al nostro amico, fratello e figlio Giuseppe – ha detto il parroco durante l’omelia funebre -. Fragilità. Ciò che ha vissuto e che abbiamo vissuto con Giuseppe è la violenta constatazione di quanti fragile sia la nostra vita. Caro Giuseppe, caro Peppe, non temere le fragilità. Non nascondere più dietro l’immagine del ragazzo forte, quelle che sono le fragilità che la tua vita ha conosciuto. Amicizia. Immagino che dio stia dicendo a Giuseppe questa parola. Gli stia dicendo, guarda quanti amici si sono raccolti intorno alla tua vita. Guarda quanti amici hai incontrato lungo le strade della tua vita, guarda quanti amici si stringono a te in questo momento. Giuseppe consegna a noi questa parola una parola impegnativa che non dice solo lo stare insieme, ma la responsabilità e la cura dello stare insieme. Non statevi solo accanto ma abbiate il coraggio di assumervi la responsabilità per il bene degli altri. Silenzio. Immagino che dio accogliendo Giuseppe gli abbia detto questa parola. In mezzo al trambusto della vita, in mezzo alla confusione delle parole, dei pensieri, delle domande. Giuseppe ci dice fate silenzio, di fronte alla mia morte, alla mia vita, fate silenzio. Abbiate il coraggio del silenzio. Futuro. È la quarta parola. Dio gli dice ora per te è pronto un futuro di resurrezione e credo che il nostro fratello Giuseppe riconsegna a noi questa parola. Ai suoi genitori, alle sue sorelle, a sua figlia, alla sua comunità, al suo quartiere».
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