Da Varese all’Olanda per studiare come sprecare meno frutta e verdura
Dopo la laurea in scienze e tecnologie agrarie alla Statale di Milano, Giacomo Pigionatti per la magistrale ha scelto l'università di Wageningen, considerata la Nasa dell'agricoltura
«Studiare in questa università è bellissimo. Come accade nella vita, non si smette mai di imparare ogni singolo giorno». Giacomo Pigionatti, laureato a pieni voti in scienze e tecnologie agrarie all’università Statale di Milano, per la magistrale ha optato per un’università olandese. «Ho preso questa decisione – spiega lo studente varesino – dopo aver fatto l’esperienza a Brno nella Repubblica Ceca per il programma Erasmus plus. Mi sono innamorato dell’inglese e del contesto internazionale e interculturale. Quindi mi sono rimboccato le maniche e lavorato sodo per ottenere un buon voto di laurea e il livello necessario di inglese per poter essere selezionato per la magistrale all’estero».
WAGENINGEN LA NASA DELL’AGRICOLTURA
Giacomo Pigionatti per fare un master in Plant science greenhouses horticulture (orticultura in serra e scienza delle piante), nell’ambito del programma Giovani europei, ha scelto l’università di Wageningen, un ateneo pubblico dei Paesi Bassi che può contare su una serie di importanti centri di ricerca agraria legati al ministero dell’agricoltura olandese.
«La prima sfida è stata adattarsi al clima, perché qui piove in continuazione – racconta lo studente – ma l’università di Wageningen mi ha letteralmente conquistato. Oltre ad essere molto bella, tiene fede alla sua fama che la pone tra le migliori università al mondo nella scienza delle piante. Insomma, è la Nasa dell’agricoltura».
Saper lavorare in team e avere un buon approccio relazionale con i colleghi sono tra le più importanti soft skill richieste ai giovani che entrano nel mondo del lavoro. L’esperienza all’università di Wageningen ha permesso a Giacomo di sviluppare queste qualità. «Appena arrivato ho dovuto cambiare completamente il mio approccio allo studio. Qui si fanno molti lavori di gruppo, si scrivono report sui laboratori e si legge la letteratura scientifica, comprese le pubblicazioni, rigorosamente in inglese. Un periodo molto intenso e difficile ma bellissimo, pieno di vita e gratitudine per aver potuto fare questa scelta».
SPRECARE MENO FRUTTA
Giacomo, che è alle prese con la tesi, ha scoperto che la sua passione è la post produzione, cioè tutto quello legato alla frutta e verdura dopo la raccolta. È convinto che migliorando la loro qualità estetica e sensoriale, possa diminuire anche lo spreco. « Se dovessi ridurre in uno slogan questa convinzione direi che: se un frutto è più bello e appetibile, è più difficile buttarlo – spiega lo studente -. La mia tesi è concentrata su alcuni frutti, per capire se le misurazioni non distruttive possano sostituire quelle distruttive per valutare le condizioni di maturazione. Ad esempio, si potrebbero usare onde dieletttriche per vedere se il frutto è rovinato all’interno, senza doverlo aprire o distruggere, ma semplicemente scannerizzandolo».
UNA GENERAZIONE COSMOPOLITA
La vita universitaria crea legami e relazioni, amicizia e confronto quotidiano. Una ricchezza inestimabile per formare le nuove generazioni e la classe dirigente che guiderà il cambiamento. «Sono amicizie bellissime – conclude Giacomo – perché appartengono al mondo: Panama, Usa, India, Spagna, Germania, Ungheria, Italia, Francia e l’elenco potrebbe continuare a lungo. E in tutto questo flusso di conoscenza e scoperta reciproca c’è spazio per confrontarsi sul senso della vita, la fede e soprattutto sul nostro futuro».
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