Morti sospette al Pronto Soccorso di Saronno, ulteriori indagini sul decesso di una centenaria
Il gip del Tribunale di Busto Arsizio ha respinto l'opposizione alla richiesta di archiviazione per gli altri 13 casi sospetti. Da valutare un caso del 2010
Ancora un’accusa di omicidio volontario per Leonardo Cazzaniga, l’ex-medico del Pronto Soccorso di Saronno condannato all’ergastolo (in primo e secondo grado) per aver provocato la morte, tramite sovradosaggio di farmaci anestetici, di alcuni pazienti a lui affidati in Pronto Soccorso. Va approfondito il caso della morte di una centenaria all’ospedale di Saronno, avvenuta nel 2010. Respinta l’opposizione alla richiesta di archiviazione per gli altri tredici casi.
È questo il responso del giudice per le indagini preliminari Piera Bossi che ha analizzato l’opposizione alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero sulle ulteriori 14 morti sospette che erano state esaminate oltre a quelle per le quali l’ex-medico responsabile del Pronto Soccorso dell’ospedale di Saronno, Leonardo Cazzaniga, era già stato condannato fino al secondo grado di giudizio.
Si tratta della morte di Giuseppa Beatrice De Angeli, paziente centenaria arrivata in Pronto Soccorso con addome acuto alle 11,15 del 14 ottobre 2010 e morta poco dopo le 14 dello stesso giorno. Secondo la giudice va approfondito a livello probatorio il sovradosaggio di farmaci, anche tenendo conto della perizia depositata in Corte d’Assise, durante il processo di primo grado.
La donna, infatti, non è considerabile una paziente terminale pur avendo importanti malattie e un’età molto avanzata e la giudice vuole capire se la condotta del Cazzaniga sia stata omissiva (il medico avrebbe potuto adottare una terapia di sostegno circolatorio per curare la patologia con antibiotici) e il nesso eziologico tra la somministrazione in sovradosaggio di farmaci anestetici (in quantità da mettere in pericolo la vita di un giovane) e l’evento morte.
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