Cassani e il nucleare a Gallarate, “non è nel mio programma elettorale, ma…“
Intervistato dal Corriere il sindaco di Gallarate non si scompone su di un tema portato alla ribalta dal dibattito politico di questi giorni. Ma ora è il ministro a frenare
Torna il dibattito sul nucleare in Italia che scalda gli animi della politica dopo le recenti dichiarazioni (2 settembre) del ministro Cingolani circa la possibilità di superare il tabù del nucleare soprattutto ora che «si stanno affacciando tecnologie di quarta generazione»
Dichiarazioni che hanno attivato tensioni nella maggioranza di governo con richieste di chiarimenti da parte del numero uno dei Cinquestelle Giuseppe Conte. In questa temperie si innescano le dichiarazioni di Matteo Salvini che mercoledì mattina a Radio Uno hanno allungato il dibattito: «Centrali nucleari in Lombardia? Perché no».
Sul tema si sono espressi sia la numero due del Perellone Letizia Moratti, sia il presidente della regione Attilio Fontana, e il Corriere della sera ha raccolto anche le dichiarazioni in merito di un sindaco del Varesotto, Andrea Cassani, che nel mezzo della campagna elettorale («non è nel mio programma elettorale fare una centrale nucleare in città») ammette di non avere preclusioni verso il nucleare, pur non essendo un tecnico della materia, essendo laureato in “Industrial engineering” al Politecnico di Milano.
Il punto, secondo Cassani, riguarda la valutazione che la politica deve fare rispetto a ciò che la scienza esprime, tenendo conto che scegliere di acquistare energia dall’estero comunque prodotta da nucleare rappresenta un costo.
Inoltre esiste la questione legata alla sicurezza: «Non spetta a me individuare le sedi per la costruzione di centrali nucleari, ma faccio semplicemente una considerazione: il centro di Gallarate dista circa 30 chilometri dal confine con la Svizzera, 25 minuti di macchina. Se vicino al confine di stato costruissero una centrale nucleare, non penso farebbe una grande differenza tra averla lì, o dietro casa».
Il confronto su questo tema è ancora aperto, sebbene proprio lo stesso ministro Roberto Cingolani tornando su di una questione che divide la maggioranza ha affermato proprio questa mattina sempre a Radio anch’io che «Oggi noi non potremmo fare nulla di nucleare, perché abbiamo un referendum che dice no alle vecchie tecnologie, e quelle nuove al momento non ci sono ancora».
Sempre sullo stesso punto il ministro ha aggiunto: «Non ho cambiato idea. Io ho raccontato che oggi ci sono 4 paesi che stanno studiando sorgenti di energia alternative, i reattori di 4/a generazione. Ho detto che queste fonti non sono mature, che probabilmente nel prossimo decennio capiremo se sono convenienti e sicure. Qualora questo fosse verificato, sarebbe importante capire se possono essere usate».
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