Dopo il Covid Fulvio guarisce e si mette in cammino da Gorla al Sacro Monte
Dopo essersi ammalato di Covid la scorsa primavera, il gorlese Fulvio Tovagliari ha ora deciso di percorrere la via Francisca del Lucomagno. "La malattia? Mi ha cambiato la vita. Un'esperienza terribile, non la auguro a nessuno".
Se si domanda a chi percorre un cammino quali pensieri hanno dominato la sua mente fra una tappa e l’altra, è facile ottenere una risposta antitetica. Se, infatti, la solitudine e il silenzio legati a questa esperienza, favoriscono in certi momenti una profonda pace e il distacco dalle preoccupazioni del quotidiano, in altri istanti le esperienze più forti vissute prima della partenza accompagnano il pellegrino, chiamato a riflettere, a ricordare, passo dopo passo.
Sappiamo già quali saranno, dunque, i pensieri di Fulvio Tovagliari, il 53enne di Gorla Minore, che dopo essersi ammalato gravemente di Covid, ha deciso di percorrere alcune tappe della via Francisca del Lucomagno, l’antico cammino che dal lago di Costanza, in Svizzera, arriva a Ponte Tresa in territorio italiano, attraversa la valle Olona e prosegue fino a Pavia. Lì, si ricongiunge alla via Francigena.
«È un patto con me stesso, una decisione presa quando ero ricoverato in ospedale: stavo davvero male e mi ha dato forza pensare a questa sfida da fronteggiare una volta dimesso. “Se guarisco, voglio percorrere questo cammino, attraversando il territorio in cui abito, la mia valle Olona, fino al Sacro Monte” mi ero detto. Ed eccomi ora, pronto a partire».
Le scalette che dal Collegio Rotondi di Gorla Minore conducono in valle Olona: da questo punto inizierà il cammino di FulvioFulvio è pieno di grinta ed entusiasmo verso la nuova avventura, ma non nasconde le conseguenze legate alla malattia: «Sto cercando di riparare i danni del Covid, resta la difficoltà respiratoria, ma sto ricominciando a fare attività fisica e quest’estate ho iniziato a prepararmi al cammino che dovrò affrontare».
Il progetto iniziale è quello di raggiungere il Sacro Monte partendo da Gorla Minore, il paese in cui risiede, ma Fulvio non ha intenzione di fermarsi a queste tratte: «A metà ottobre farò soltanto questa parte di percorso, ma in primavera completerò la via Francisca del Lucomagno. Ci tengo tanto e spero di mandare a chi leggerà la mia storia un messaggio di speranza».
Scorci della via Francisca del Lucomagno fra Castiglione Olona e Busto ArsizioLa malattia ha cambiato la sua visione della vita: «Quei momenti di sofferenza mi hanno fatto davvero riflettere. Ho capito che non dobbiamo rimandare le nostre decisioni: occorre agire e non sprecare il prezioso tempo che abbiamo. Stare in quel letto d’ospedale, senza riuscire a respirare, è stato terribile: mi ha spinto a rimettere in gioco tutte le mie priorità. Adesso, ad esempio, mi sono finalmente deciso a chiedere l’annullamento del mio precedente matrimonio, così da potermi risposare. Il Covid ha creato una linea di demarcazione fra ciò che c’era prima e il mio futuro».
Fulvio non dimentica nemmeno ciò che ha visto affrontare ad altri. Dopo il suo ricovero aveva infatti contattato VareseNews per lanciare un appello e rintracciare i parenti dell’uomo con cui condivideva la stanza d’ospedale, venuto a mancare a causa delle conseguenze del Covid.
Cerco i parenti di Bruno, che si trovava nel reparto Covid 3 di Busto Arsizio
«E’ stata un’esperienza che mai scorderò, porterò sempre con me il ricordo di Bruno: dopo la sua morte avevo rintracciato i suoi parenti, per parlare loro degli ultimi momenti del loro congiunto. Tante famiglie non hanno potuto salutare i loro cari, è qualcosa che ha reso il loro dolore ancora più acuto».
Forte della sua esperienza, Fulvio spera di contribuire a lanciare un messaggio positivo a chi leggerà la sua storia: «Sono un poliziotto penitenziario e nella vita ho incontrato spesso il dolore e la sofferenza di altri. Essermi ammalato di Covid è però un qualcosa che mi ha lasciato inerme. Spero che le persone riflettano anche sull’importanza del vaccino, che diminuisce il rischio di avere le complicazioni più gravi della malattia. Prima di ammalarmi, lo ammetto con vergogna, auguravo a chi definisce il Coronavirus “una semplice influenza” di poter conoscere la malattia. Adesso, dopo aver vissuto sulla mia pelle le sue conseguenze, non potrei augurarlo a nessuno -negazionisti, noVax – nessuno merita di provare tanto dolore».
L’arrivo della Via Francisca del Lucomagno al Sacro MonteSerbando nel cuore tutte queste emozioni, Fulvio è dunque pronto a partire: «Non vedo l’ora, lo ammetto. Ancora una decina di giorni e poi mi metterò in cammino. Voglio gustare appieno la vita che ho davanti e questo cammino sarà la mia ripartenza».
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