Protesta degli studenti dell’artistico di Varese: aule fredde e infiltrazioni. La preside: “Siamo in attesa dei lavori di sistemazione”
A due anni di distanza, gli studenti del liceo artistico non sono entrati in classe dove fa troppo freddo e ci sono molti problemi di infiltrazioni. Il cantiere annunciato dalla Provincia due anni fa deve ancora partire

A due anni di distanza, gli studenti del liceo Frattini di Varese sono di nuovo in sciopero per protestare contro le condizioni della loro scuola. Nel mezzo, una pandemia che li ha costretti spesso in “DaD”: « Pensavamo che, in nostra assenza, si sarebbero sistemate le tante criticità – commentano i rappresentanti di istituto – invece abbiamo ancora aule fredde, pareti scrostate, e infiltrazioni che hanno rovinato il controsoffitto».
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Il liceo Frattini, effettivamente, era prioritario nella lista di interventi edilizi della Provincia, soprattutto per quelle caldaie mal funzionanti ( due su tre) che non garantivano un clima adeguato in aula. Uno stanziamento di 2 milioni di euro serviva a sistemare le piccole e grandi pecche dell’edificio con interventi previsti tra il 2020 e il 2021. Il cantiere è ancora atteso.
Critici gli studenti anche nei confronti della dirigente che, secondo loro, non fornirebbe adeguata comunicazione delle decisioni e delle scelte assunte per l’organizzazione della vita scolastica: « Non ci riconosciamo più in questa scuola – commentano i ragazzi – questo è un liceo dove la parte di laboratorio è fondamentale, dove la componente di creatività è centrale. Ora, invece, a causa dell’emergenza sanitaria non possiamo fare determinate cose. Chi segue il percorso artistico, per esempio, deve lavorare a casa propria la creta. Manca la socializzazione. Anche le esperienze sul territorio sono diminuite. Chiediamo maggior dialogo anche per comprendere il motivo di alcune decisioni».
Le dinamiche generali sfuggono a questi ragazzi che, per esempio, hanno visto il vicino liceo scientifico ottenere facilmente degli spazi nello stabile di via Valverde quando da anni la loro richiesta di avere nuove aule per uscire dal piano interrato così umido e freddo rimane inascoltata.
Una lettera con le richieste degli studenti è stata portata anche alla Provincia di Varese, responsabile della situazione edilizia.. Una delegazione parlerà anche con la dirigente Annamaria Pontiggia.
LA REPLICA DELLA DIRIGENTE PONTIGGIA
Smorza la polemica la dirigente che, insieme alla sua vicaria, stanno lavorando per garantire il rientro a tempo pieno in classe rispettando le regole dell’emergenza Covid. « La temperatura è confortevole – assicura la dirigente Pontiggia – certo, dovendo arieggiare spesso gli ambienti, viste le temperature attuali, è evidente che ci siano momenti al freddo. Quanto alle infiltrazioni e ai secchi per raccogliere l’acqua, parliamo di un solo punto che abbiamo già segnalato all’ente Provincia. Siamo in attesa che ci venga dato il cronoprogramma dei lavori previsti. Si tratta di un grosso cantiere che sistemerà tutte le criticità. È vero, però, che i ragazzi stanno facendo sacrifici rispetto alle attività che il loro percorso annomerebbe. Come scuola avremmo bisogno di maggiori spazi per garantire a tutti la presenza con le regole di distanziamento. Questo stabile non era nato come scuola ma è stato adattato. Stiamo facendo i salti mortali per riorganizzare la vita scolastica assicurando il diritto a svolgere le attività curricolari».
La critica per la mancanza di dialogo la coglie di sorpresa: « La mia porta è sempre aperta. Ho incontrato tutti i ragazzi che mi hanno fatto domande e chiesto di comprendere. Non so perchè abbiamo la sensazione di chiusura. C’è massima trasparenza e ascolto. Mi viene da pensare che, dopo due anni di didattica a distanza, i ragazzi abbiamo voglia di riprendersi i propri spazi e anche la protesta rientra in un modo di vivere la scuola».
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