Dalla Cina agli Usa, gli studenti Liuc i più internazionali
Sono tornati dalle esperienze nelle università di Shangai e Arizona gli studenti che hanno partecipato alla Summer School dell'ateneo castellanzese con una valigia piena di...
Dai cinesi della Fudan University hanno imparato l’importanza dei rapporti personali e diretti per fare affari mentre dagli statunitensi dell’Arizona State University hanno appreso il pragmatismo. Nelle valigie degli studenti della Liuc di Castellanza c’erano questi due insegnamenti al ritorno dalla Summer School 2010 dell’università Carlo Cattaneo che questa mattina, lunedì, hanno raccontato la loro esperienza formativa all’estero.
Alcuni di loro hanno voluto raccontare, durante l’ormai tradizionale conferenza stampa che apre l’anno accademico nell’ateneo castellanzese, quanto sia stato importante visitare una realtà internazionale per poter meglio indirizzare il proprio cammino di studi: «Credo che sia stato fondamentante per impostare il mio futuro – ha raccontato un ragazzo del primo anno – consiglio a tutti di farla soprattutto al primo anno perchè può dare un senso a tutto il cammino universitario successivo». Grande entusiasmo, come tutti gli anni, per chi vi ha partecipato, alcuni di loro alla seconda esperienza mentre altri si sono affacciati per la prima volta in paese culturalmente distanti dal nostro, soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione universitaria.
DAGLI USA – Gli studenti che hanno frequentato la Summer School in Arizona sono rimasti stupiti dal rapporto diretto che si instaura tra professore e studente: «C’era uno scambio di mail continuo – racconta una ragazza – ad ogni domanda c’è una risposta». Qualcun’altro si sofferma sll’aspetto poco formale dei professori americani e sul loro pragmatismo: «Steven Brown, uno dei rpofessori che ha tenuto delle lezioni con noi, – racconta un giovane studente – veniva in aula in jeans e maglietta. Quasi facevi fatica a immaginare che è stato a capo di grandi multinazionali come Motorola o Siemens».
DALLA CINA – In Cina l’avventura è stata diversa ma ugualmente affascinante. Molti degli studenti sono tornati con un’immagine diversa della Cina rispetto a quella che viene rimandata da tv e giornali: «Abbiamo trovato grande disponibilità e la loro proverbiale cortesia – ha detto uno studente al suo primo viaggio – inoltre non si sono negati di fronte alle nostre domande su Tibet e diritti civili. Le risposte sono state ponderate e non ideologiche, questo ci ha stupiti molto». Shangai, inoltre, ospita quest’anno l’Expo e i ragazzi hanno potuto visitare i padiglioni soffermandosi per uno scatto sotto un vestito di Armani, simbolo della qualità del sistema moda italiano. Come detto all’inizio hanno apprezzato molto l’arte del fare affari cinese basata sulla conoscenza personale del partner con cui si collabora.
LIUC LEADER IN INTERNAZIONALIZZAZIONE – Il rettore Andrea Taroni e i professori che hanno accompagnato i ragazzi hanno, infine, fatto il punto sul livello internazionalizzazione della Liuc: «Amiamo farci i comlimenti – ha detto Taroni – ma è indubbia la nostra leadership nel settore dell’internazionalizzazione. Offriamo molte opportunità ai ragazzi e loro le sfruttano molto bene». E non è una bugia a vedere i dati snocciolati dalla responsabile relazioni internazionali Fiona Hunt: «A fronte di una media europea che si aggira tra il 4 e il 6% e un’obiettivo europeo che fissa al 10% la percentuale di studenti che devono fare esperienze all’estero noi siamo oltre il 30%, un risultato che inorgoglisce».
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